Quante volte in un giorno abbiamo a che fare con un imballaggio, scatola o bottiglia, sacchetto o astuccio, tappo o vaschetta che sia? E’ stato calcolato almeno 35. Si tratta di un mercato che vale a livello planetario 540 miliardi di euro e nel quale l’Italia vanta eccellenze di primo piano: dalle confezioni per i farmaci alle bustine del tè, dai pacchetti di sigarette alle bottiglie di plastica per l’acqua minerale. In media il 25% delle tecnologie per confezionare nel mondo parla italiano.
Le aziende italiane del settore – fortemente export oriented – forniscono tecnologie di punta per il confezionamento dei prodotti food e non food ai grandi marchi italiani ed esteri e alla grande distribuzione, generando un fatturato annuo di circa 42 miliardi di euro (tra macchine e materiali per imballaggio). Questa eccellenza dell’economia italiana si presenterà dal 19 al 23 maggio nei padiglioni di Fiera Milano per un evento professionale e di filiera senza precedenti: la mostra Ipack-Ima, che quest’anno – l’anno di EXPO – è affiancata da tre nuove manifestazioni verticali dedicate al processo e confezionamento del prodotto alimentare “fresco” (Meat Tech sulle carni, Dairy Tech sul lattiero-caseario, Fruit Innovation sull’ortofrutta), più Converflex (stampa su imballaggio e etichettatura) e Intralogistica Italia (movimentazione merci). Complessivamente 2.000 aziende, di cui il 33% estere da 54 paesi, su 160.000 mq in 11 padiglioni, che daranno al mercato la più completa e innovativa rappresentazione del settore. Nonché la più internazionale, sia per la partecipazione di espositori esteri sia per le 500 delegazioni di buyer (270 delle quali organizzate in collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico e l’ICE).
“Quando si beve un espresso a Shanghai, o New York, pochi sanno che non solo il caffè è probabilmente italiano, ma che lo è anche la cialda che lo contiene: una su due nel mondo è prodotta infatti con macchinari italiani” dice Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-Ima spa, uno dei primo eventi al mondo per le tecnologie di processo e packaging di prodotti food e non food. “E una su quattro delle bustine di zucchero in circolazione è stata realizzata su confezionatrici prodotte in Italia. Ma forse non vi piace il caffè espresso e preferite quello in stick? Bene, uno stick su 5 nasce su macchine automatiche prodotte da aziende italiane”.
Succede in molti altri comparti. Per esempio quello del thé, o dei detergenti per la casa, dove le nuove pratiche monodosi per lavastoviglie e lavatrici che si sciolgono in acqua prendono forma e contenuto grazie a materiali e linee automatiche ad alta velocità realizzate in Italia ed esportate in tutto il mondo. Per non parlare della pasta secca, settore in cui la tecnologia nel mondo è indiscutibilmente tricolore (e Ipack-Ima è leader): dal sacco di farina quando entra in stabilimento fino al pacco o alla scatola di pasta che arriva ai supermercati e quindi nella cucina di ognuno di noi.
I cinque giorni di Ipack-Ima non saranno soltanto un grande appuntamento di business, ma anche un’occasione unica per incontrarsi, confrontarsi e approfondire le sfide prossime venture: i driver di un settore che come pochi altri ha una stretta attinenza con i grandi temi della sicurezza alimentare, della conservazione corretta del cibo ed eliminazione degli sprechi, dell’alimentazione sana e per tutti. “Non è un caso – spiega Corbella – che abbiamo posizionato queste nostre mostre il più vicino possibile all’apertura di EXPO 2015”.
Ai grandi quesiti sul futuro sollevati da EXPO, Ipack- Ima e le sue verticali danno una risposta: quella della tecnologia, che già oggi è disponibile e che può aiutare grandemente a superare malnutrizione, sprechi e squilibri inaccettabili, come quello che contrappone 800 milioni di essere umani sottoalimentati a 1,6 miliardi di esseri umani in sovrappeso o obesi. Proprio in quest’ottica vanno visti i due principali appuntamenti convegnistici in programma: il convegno di apertura del 19 in cui si parlerà di innovative forme di packaging digitalizzato e della sua interazione con il consumatore, e la conferenza internazionale del 20 maggio, che proverà a ipotizzare i megatrend che l’agroindustria globale dovrebbe imboccare per reggere l’impatto di oltre 9 miliardi di consumatori da qui al 2050. Numerosi altri eventi sveleranno mercati in rapido sviluppo, dagli integratori alimentari (2,3 miliardi di euro e + 8% di crescita annua a valore) ai prodotti Halal per il mondo islamico (come la carne, il cui consumo è in rapida crescita anche in Italia).
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