Pallini, storica azienda romana tra le più antiche e rappresentative della città, guarda con fiducia al futuro e punta ancora sull’innovazione da sempre nel suo dna. Oltre centoquarant’anni anni storia per l’azienda fondata nel 1875 nel piccolo paese di Antrodoco, ai confini fra l’alto Lazio e l’Abruzzo da Nicola Pallini, che commerciava i suoi liquori in occasione del Natale, quando accanto ai tipici prodotti della tradizione si portavano in tavola anche i rosoli. Oggi al timone dell’azienda c’è Micaela Pallini, quinta generazione di una delle dinastie della liquoristica italiana che è anche la prima donna a guidare Federvini come presidente, che in una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera ha raccontato i processi di innovazione in corso sui prodotti per continuare ad essere leader del settore.
Liquori made in Italy che si sono imposti sui mercati internazionali, con la quota export che incide sull’85% dei ricavi che nel 2021 sono ritornati ai livelli pre-pandemia per la distilleria che ha la sede in via Tiburtina a Roma e un piccolo stabilimento divisione a Vietri sulla Costiera Amalfitana per il prodotto lpg tutto fatto a mano. “Abbiamo puntato su una materia prima di eccellenza- ha raccontato Micaela Pallini nell’intervista al Corriere- ci siamo affermati come leader negli Stati Uniti prima con la Sambuca e poi con il Limoncello, che alla fine degli anni 2000 è diventato il nostro prodotto di punta”. Una presenza forte sui mercati internazionali, dagli Usa al Regno Unito, passando per Germania, Paesi Bassi e Corea del Sud, Pallini per conquistare altri Paesi punta sul soddisfare nuove richieste. 15 Milioni i ricavi 2021 di Pallini, che esporta 1’85% della produzione, con una rete di distribuzione capillare ben rappresentata anche nel canale duty-free. “Negli aeroporti e sulle navi da crociera il 2020 è stato un anno molto difficile a causa della pandemia che ha fermato il turismo-prosegue Micaela Pallini- ma i1 2021 iniziato male si è poi ripreso e ci ha riportati quasi ai livelli del 2019, con 15 milioni di fatturato”.
Le previsioni per il 2022 guardano alla pandemia, all’aumento dei costi ma anche all’innovazione di prodotto. “A parte la recrudescenza della pandemia, pesa l’aumento dei costi delle materie prime e quello della logistica: mancano i container e quelli che ci sono costano quattro volte tanto rispetto a un anno fa. La distribuzione non accetta aumenti di listino, ma noi produttori non possiamo più assorbire internamente gli aumenti dei costi, dovremo salire del 7% cento”. Novità di prodotto che come ha spiegato la Ceo di Pallini, guardano con interesse al segmento dei low alcol e al trend in aumento dei prodotti vegani. “Le novità di Pallini sono il Limoncello zero alcol e il Limoncello low alcol (14,5 gradi) per gli autogrill dove non si può vendere oltre una certa gradazione. E abbiamo anche sviluppato una crema al Limoncello vegana”.
INFO www.pallini.com