Si è conclusa la prima edizione italiana del Roma Bar Show, un evento di respiro internazionale che ha animato la capitale lo scorso lunedì 23 e martedì 24 settembre con i più importanti esponenti del settore beverage e mixology a livello internazionale.
Due giorni dedicati al mondo del beverage che hanno coinvolto lintera città di Roma, tra masterclass, talk e conferenze, eventi collaterali e un fuorisalone per il trade e il consumer. A partecipare sono state le principali realtà del settore, tra cui Pallini SpA storica azienda romana attiva nella produzione di sciroppi a base frutta e di prodotti della tradizione liquoristica, ma anche nell’importazione e distribuzione delle migliori referenze provenienti da tutto il mondo.
«Siamo molto contenti di questa iniziativa, di cui siamo fan: rientriamo tra le prime aziende a confermare la propria presenza. Per questa occasione presentiamo non solo la nostra linea di prodotti Pallini, con il limoncello in primis, ma anche la linea IGP della costiera amalfitana con le bottiglie in ceramica dipinte a mano» afferma nell’intervista il CEO Michela Pallini. Continua inoltre «Siamo qui anche per la nostra attività di importazione e distribuzione con una serie di prodotti nuovi oltre a quelli che sono già nel nostro portafoglio da diverso tempo: i nostri 5 Gin tra cui il No.3, Barrentsz, Junipero, VII Hills e il Berry Bros». Tra le novità Fluère, un distillato non alcolico che si rivela accattivante per le sue note speziate in grado di conferire carattere ai cocktail.
Con particolare riferimento al London No. 3 Gin, Pallini ha presentato alla manifestazione la nuova bottiglia: che passa dalla forma quadrata a quella triangolare. «Il numero 3 è un continuo, una costante: ora la confezione presenta tre lati» spiega Pasquale Damiano. Nonostante l’uscita del nuovo packaging che sarà disponibile da gennaio 2020, la ricetta del prodotto rimane invariata con poche botaniche ma di qualità: 3 frutti e 3 spezie.
Immancabile la presenza dell’azienda romana anche nell’area Agave, nella quale ha esposto due particolari referenze: la Tequila Villa Lobos della famiglia Camarena, esperti distillatori da ben cinque generazioni e i Mezcal Siete Misterios, una gamma dal packaging singolare realizzata da un artista con l’intento di rappresentare il Dio della morte. «Il più iconico è sicuramente Pechuga. Contiene una grande quantità di frutta tropicale, con la predominanza della banana, mango e ananas. Curioso il fatto che durante la fase di distillazione venga appeso, all’interno della campana dell’alambicco, un tacchino crudo che con le esalazioni dell’alcool trasuda nel prodotto- ovviamente la distillazione elimina qualsiasi fonte batterica» racconta Giorgio Andrea Di Fazio.
+INFO: www.pallini.com