Paolo Ricagno (cfr foto), neo eletto presidente del Consorzio per la tutela dell’Asti, si e’ posto per il 2009 degli obiettivi molto impegnativi: arrestare il trend negativo del mercato italiano, migliorare i successi sui mercati esteri, rilanciare la produzione, investire in promozione, incentivare la sperimentazione sul metodo classico, grazie anche al contributo di 27 mio euro del Ministero dello sviluppo Economico. In sostanza una inversione di tendenza dopo un 2008 negativo che ha accusato perdite sul mercato interno.
L’obiettivo del 2009 – ha detto Ricagno all’ANSA – e’ quello di portare la produzione globale da 88 milioni di bottiglie, fra Asti spumante Docg e Moscato d’asti Docg, a 100 milioni, aumentando il fatturato, che nel 2008 ha raggiunto circa 50 milioni di euro. Un impegno forte lo dedicheremo al mercato italiano dove puntiamo di ritornare ai volumi di vendita di cinque anni fa quando superavamo ampiamente i 16 milioni di bottiglie di solo Asti Spumante”.
Lo scorso anno l’Asti aveva realizzato sul mercato interno un volume di vendita di 13,5 milioni di bottiglie, contro 15,6 dell’anno precedenye e quindi con una perdita di più di due milioni di bottiglie. Per fortuna si è avuto un certo miglioramenti sui mercati esteri, dove le vendite sono passate dai 43,2 milioni di bottiglie del 2007 ai 45,4 milioni del 2008. Vanno sottolineate soprattutto le buone performance delle vendite in Russia (+22,4%) e in Germania (+8,49%) che con quasi 17 milioni di bottiglie e’ diventato il primo mercato per l’Asti Docg. Gli Stati Uniti, terzo mercato per le vendite di Asti, ha chiuso invece in negativo (-21%) con volumi di vendite passati dalle 12,3 mln di bottiglie del 2007 alle 9,7 mln nel 2008.
”Quest’anno – ha aggiunto Ricagno – stiamo puntando molto sul recupero del mercato italiano sul quale lo scorso anno non sono stati fatti investimenti”. Per incentivare promozione e vendite il Consorzio dell’Asti potrà disporre di 27 milioni di euro in quattro anni, frutto di un contratto di programma siglato con il ministero dello Sviluppo Economico. ”Soldi – ha proseguito il presidente – che useremo per sviluppare la promozione sul mercato italiano e sui mercati esteri, in particolare Stati Uniti e Germania”. Ma il rilancio dell’Asti Spumante e del Moscato D’Asti non passa solo attraverso gli investimenti in pubblicità ma sarà interessato anche da un programma di sviluppo della ricerca sulle pratiche enologiche e di spumantizzazione
+INFO: Cnsorzio per la Tutela dell’Asti D.O.C.G. – Tel. 0141 960911 – Rita Barbero –
INFOFLASH ASTI DOCG
La zona di produzione del vino “Moscato d’Asti” è compresa nei territori di 52 Comuni delle province di Asti, Cuneo e Alessandria. Prodotto quasi esclusivamente da aziende di dimensioni medio piccole o da cantine cooperative che trasformano solamente le uve dei propri vigneti, il Moscato d’Asti ha raggiunto livelli qualitativi straordinari grazie alla diffusione della moderna tecnologia enologica, in particolare quella del freddo, che ha consentito di mantenere nel vino gli aromi ed i sapori del frutto e, nello stesso tempo, di stabilizzare il prodotto permettendone la conservazione ed il trasporto. Storia, tradizione, dedizione imprenditorialità geniale, applicazione e ricerca continua lo mantengono prezioso esaltandone le peculiari caratteristiche. La denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) “Asti” è riservata a due vini: il vino spumante (“Asti” o “Asti spumante”) ed il vino bianco non spumante (“Moscato d’Asti”). Il primo è un vino spumante caratterizzato da un perlage fine e persistente, una gradazione compresa tra 7 e 9,5 gradi, mentre il secondo, fermo o talvolta vivace con un tenore alcolico inferiore, compreso nei limiti di 4,5 – 6,5 gradi, presenta una maggior dolcezza, dovuta ad una parziale fermentazione dello zucchero contenuto nell’uva. + INFO: www.astidocg.it
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