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Natale con i tuoi, Pasqua, quest’anno, con chi puoi. La quarantena da COVID-19 costringerà la popolazione italiana a trascorrere il periodo festivo in casa, senza possibilità di gite o viaggi. Il pranzo pasquale dovrebbe essere assicurato, ma il consumo dei dolci tradizionali pare stia subendo un colpo durissimo a causa dell’immobilismo forzato dei canali principali.

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PREOCCUPAZIONE – Con la Pasqua alle porte, le decine di piccole e medie imprese che incentrano la propria produzione esclusivamente su uova di cioccolato e lievitati da ricorrenza si trovano a dover affrontare un momento molto difficile, a causa dell’emergenza legata al Coronavirus. Da una parte il mercato stenta a decollare e il consumatore appare preoccupato e disorientato. Dall’altra la chiusura dei bar e delle pasticcerie e i problemi riguardanti gli spazi espositivi nella GDO (c’è meno disponibilità a ospitare i bancali con questi prodotti per le norma di distanziamento nei supermercati, che impongono di lasciare più spazi aperti per il transito delle persone) frenano gli ordini in vista delle festività. E il settore comincia a temere che l’invenduto metta a rischio la vita stessa delle aziende.

SOS – L’allarme è lanciato da Unione Italiana Food – l’associazione che rappresenta le principali aziende dolciarie italiane – a una settimana dalla Pasqua, in merito alle prospettive di vendita di colombe pasquali uova al cioccolato e ovetti. Dati alla mano, queste aziende (oltre 40) rischiano di perdere quest’anno circa il 30/40% del fatturato con ricadute negative anche da un punto di vista occupazionale. Una spinta a portare sulle tavole la tradizione delle feste e a non rinunciare a prodotti come l’uovo di cioccolato o la colomba, salvaguardando un comparto importante del made in Italy alimentare, è arrivato nei giorni scorsi dalla Ministra delle Politiche agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova che, che dalla sua pagina Facebook, all’insegna dell’hashtag #iononrinuncioalletradizioni, ha incoraggiato il consumo dei prodotti tipici pasquali. “Se tradizionalmente uova e colombe venivano acquistate come dono da portare ad amici e parenti – spiega Mario Piccialuti, Direttore Generale di Unione Italiana Food – nei giorni dei pranzi e degli inviti di Pasqua, quest’anno il nostro auspicio è che le persone li acquistino per sé e per il proprio nucleo familiare. Tutti abbiamo bisogno di una coccola, di un momento dolce e spensierato. Soprattutto in questa inedita Pasqua da passare tra le mura domestiche”.

NUMERI – Secondo i dati di Unione Italiana Food, in media la produzione di uova di cioccolato e ovetti in Italia riguarda 31.207 tonnellate di prodotto per un fatturato di circa 275 milioni di euro. Mentre quello delle colombe pasquali tocca quasi le 23.000 tonnellate per un valore di circa 160 milioni di euro. Si tratta di prodotti immancabili sulle tavole del Belpaese, scelti da 7 famiglie italiane su 10. “Il mercato fatica a decollare – spiega Piccialuti – e cominciamo a temere che questo possa trasformarsi in uno scoglio difficilmente superabile per tante imprese specializzate in dolci della ricorrenza pasquale. Per chi non ha una diversificazione di prodotto e fa solo lievitati da ricorrenza, la Pasqua può arrivare a rappresentare anche la metà del fatturato annuale, con prospettive di perdita molto gravi se la stagione non dovesse portare gli esiti sperati. In particolare, le aziende che operano solo attraverso il canale tradizionale, come bar e pasticcerie, si trovano in condizioni pressoché di immobilismo e pertanto la loro situazione inizia ad avere risvolti davvero critici”.

APERTURA – “In questo particolare momento – chiude Piccialuti – chiediamo alla GDO massima sensibilità e ci auguriamo che in questa situazione vogliano essere al fianco delle aziende, a volte anche molto piccole che lavorano soprattutto in queste settimane. Se accetteranno di tenere un po’ più a lungo questi prodotti nei punti vendita sicuramente la risposta dei consumatori sarà positiva”.

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