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Natale con i tuoi (vini), Pasqua con chi vuoi, sempre parlando di vino. Anche quest’anno per  Pasqua vi vogliamo regalare qualche consiglio in fatto di vini per chiudere il pasto, dei vini per sorprendere i vostri commensali. Dopo una carrellata di agnelli e bolliti, un piccolo sacrificio lo faremo noi, assaggiare un grande vino dolce per farci volare magari insieme a una colomba, a uova di cioccolato sempre più design e curate, oppure dei formaggi stagionati ed erborinati. La tendenza dei vini dolci, passiti e moscati che dir si voglia, sta tornando prepotentemente di moda, in un trend che vede attenzione a tutte le fasi del pasto con i vini giusti per accompagnare ciascuna portata. Ecco una mini selezione, una sorpresa per festeggiare al meglio questa Santa Pasqua!

MOSCATO D’ASTI DOCG MONGIOIA

Mongioia, ovvero essere Moscato. Un claim che è tutto un programma, azienda storica nata nel 1861, Riccardo Bianco prende in mano le redini della cantina nel 2011, via le vigne a bacca rossa e inizia le prime vinificazioni del moscato, una continua sperimentazione che prevede anche metodo classico. Una visione da moscatista del futuro che porta i vini di Mongioia ad essere conosciuti e diventare un emblema del moscato bianco recuperando una grande tradizione e l’immagine ampia di un vitigno dalla grande personalità, vini che dal 2018 sono certificati in agricoltura biologica.  A Vinitaly hanno addirittura presentato un Moscato del 1999, succede solo a Mongioia.

 

CIELO DALCAMO RAPITALA’

Cataratto e Sauvignon Blanc, il Cielo Dalcamo vendemmia tardiva della cantina siciliana Rapitalà mette insieme un autoctono siciliano con un vitigno internazionale molto presente nel territorio. Quello che si genera è un contrasto interessante. E proprio dai versi del “Contrasto”, un’opera del poeta siciliano vissuto nel XIII secolo che si ispira il carattere di questo vino. “Rosa fresca aulentissima ch’appari inver’ la state, le donne ti disiano, pulzell’ e maritate…” Un corteggiamento tra un amante e la sua donna, in questo caso tra il vino e la proposta di abbinamenti. Vendemmia tardiva a novembre, uve vinificate separatamente. Il passaggio in barriques francesi lo completa arricchendolo di sensazioni della terra siciliana da cui nasce: calore, potenza e ampiezza.

 

ALBANA DOCG PASSITO SCACCO MATTO ZERBINA

Fare muffa nobile in Emilia Romagna potrebbe sembrare un azzardo, ma è quello che hanno fatto con Lo Scacco Matto di Fattoria Zerbina a partire dagli anni ‘80, quando hanno iniziato a  parlare di botrizzati in questa zona. L’intuizione di Cristina Geminiani, che capì dopo gli studi alla scuola enologica di Bordeaux le potenzialità del vitigno albana in appassimento, meglio ancora se in pianta come muffa nobile. Un vino che ha cambiato gli schemi dell’enologia dei vini dolci in Italia, magari si potrebbe consigliare con una bella partita a scacchi dopo un bel pranzo di Pasqua.

 

ASTI MOSCATO BERA VITTORIO & FIGLI

La cantina Bera fa parte del catalogo Triple A, che mette insieme il concetto di agricoltori, artigiani e artisti. Un progetto unico e lungimirante, un manifesto scritto dal patron di Velier Luca Gargano nel 2003, fatto di vini e storie vere. L’Asti Moscato di Bera arriva da vigne che hanno un’età media di 17 anni, con rese per ettaro intorno ai 50hl. Vendemmia manuale del Moscato di Canelli, in un terroir con dei crus più antichi e prestigiosi della zona di origine, la rigorosa coltivazione biologica e il rispetto della lavorazione tradizionale consentono di esprimere i caratteri più classici e nobili del Moscato d’Asti. Abbinamento ideale per chiudere un pasto con della piccola pasticceria, oppure anche con dei formaggi erborinati.

 

ANGALIS IGT ISOLA DEI NURAGHI ARGIOLAS

I Nuraghi erano le popolazioni originarie della Sardegna, ci troviamo nella parte sud dell’isola, con un vitigno come la Malvasia di Cagliari, in un terreno argilloso. La vinificazione dell’Angalis IGT Isola dei Nuraghi avviene con la pressatura soffice, fermentazione lenta a regime termico sui 22-25 °C in tini d’acciaio e successiva evoluzione in barriques. Colore giallo paglierino intenso, al naso sentori primari mediterranei, in bocca rotondità  e piacevolezza, dolce con un retrogusto salato a bilanciare. Perfetto con dei dolci, abbinamento consigliato con una cheescake.

CHÂTEAU LES JUSTICES GONET MEDEVILLE

Quando parliamo di vini dolci sicuramente la zona del Sauternes in Francia è una sorta eldorado. Un Sauternes che arriva da una famiglia storica come i Médeville, non a caso li chiamano gli “Antiquaire du Sauternes”, anima dello Château Les Justices. Vinificano ancora in maniera tradizionale mantenendo altissimi livelli di costanza qualitativa. Mai stucchevole, un blend di vitigni Sauvignon, Sémillon e Muscadelle, un bel giallo paglierino intenso, il naso che sa di pera, in bocca è burroso, un palato che si rivela fresco e di bella ampiezza con un’ottima armonia ed equilibrio, retrogusto mieloso. Annate vecchie da favola.

 

LATE HARVEST ROYAL TOCAYI

Fascino e mistero quando parliamo del Tokaji ungherese, definito il più remoto e particolare dei grandi vini classici. Ci troviamo in un piccolo distretto ungherese, delle colline modellate a poca distanza dal confine russo. Il Late Harvest di Royal Tocayi un vino ideale per chiudere la nostra carrellata, uve surmature ma non affette da botrytis di Furmin, Harslevelu e Muscat de Lunel. Vino dolce dallo straordinario rapporto qualità/prezzo caratterizzato da aromi freschi di frutta tropicale, mela e scorze di agrumi. Vellutato al palato e reso fresco dalla spiccata acidità.

 

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