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Era tutto pronto per gettarsi nella mischia, dare corpo e volto a anni di investimenti e progetti. Si è intromesso l’ormai onnipresente Coronavirus, e i sogni di una realtà appena nata sono stati travolti. Non cancellati, però: l’azienda vinicola Passo delle Tortore ha infatti continuato il proprio percorso, tenendo fede ai propri valori e iniziando l’avventura nel mondo del vino in piena emergenza COVID-19.
La prima pietra, o meglio la prime vite, viene posata nel 2015 a Pietradefusi, nel cuore di quell’Irpinia che storicamente pulsa di tradizione e qualità vinicola. Con vicende personali che ritagliano i contorni di un piccolo sogno: le proprietarie e socie sono infatti amiche storiche (Ilaria Facchiano, Maria Carla Di Gioia, Francesca De Girolamo), che hanno sigillato così una volta di più il loro rapporto, sotto la direzione di un guru del settore come Nicola De Girolamo, per trent’anni direttore della Cantina del Taburno e direttore del Consorzio Agrario di Benevento. Potere rosa, età media freschissima e il talento futuribile del giovane enologo Francesco De Pierro, formatosi in Francia allievo del celebre professor Luigi Moio, sono i numeri su cui le ragazze puntano all-in.
La vendemmia inaugurale era prevista per questo 2020: tutto a monte, per ovvi motivi. Ma un’azienda che nasce ai tempi del COVID-19 ha in sé i geni della resistenza e dell’evoluzione. Gli agenti sono inesorabilmente fermi, con un minimo spiraglio che si apre a partire da questa fase 2, ma Passo delle Tortore ha voluto comunque ringraziare e sostenere quelle attività che avevano dimostrato interesse, o anche solo inviare loro un messaggio di condivisione e vicinanza in un momento così duro per il mondo del mangiarbere. Le socie dell’azienda hanno quindi recapitato di persona i propri prodotti nelle enoteche e nei punti vendita di Roma, Napoli e Salerno, che già erano coinvolte nei piani commerciali, cogliendo l’occasione per raccontare la propria storia anche a potenziali nuovi collaboratori. Per celebrare anche la festa dei lavoratori, l’iniziativa è stata chiamata PrimOmaggio.
L’adattamento prosegue anche ovviamente sul piano strategico. Se questi mesi difficilissimi hanno comportato un’esplosione di consumi a domicilio, il focus di Passo delle Tortore si sposta di conseguenza, per sfruttare al meglio i piccoli scampoli di opportunità: si era partiti con una rete di contatti tra ristorazione ed enoteche, alla vecchia maniera, per arrivare adesso ai primi avvicinamenti a piattaforme online di delivery. “Non siamo socie per caso, abbiamo deciso di investire in quest’ azienda come simbolo della lunga amicizia che ci lega da sempre e per amore della nostra terra. Amicizia che risale alla nostra infanzia, tramandata di padre in figlio e che ci ha visto crescere fin da bambine in mezzo alle loro vigne”.
Il legame con il territorio viene fuori naturale, nei vini che raccontano di una terra pregna di tradizione: si susseguono quindi Le Arcaie, un Greco DOCG pungente e minerale; Bacio delle Tortore, Fiano DOCG, storicamente il vino simbolo dell’irpinia, qui rivisitato in chiave avvolgente e vellutata con sentori esotici; Piano del Cardo, Falanghina DOC da uve coltivate a 400 metri sul livello del mare ed esposizione a sud-est, che generano sprizzi agrumati e carattere strutturato. E il Sasso Serra, l’unico rosso, Aglianico Irpinia DOC che giustifica la sua solitarietà con note complesse e rara eleganza. Prodotti che parlano una lingua di qualità e convivialità: la produzione al momento sfiora le ventimila bottiglie, e l’obiettivo iniziale era di triplicare entro il 2023. Da lì, poi, sarà la vera fase 2 verso il successo.
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