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Cronaca breve di una pizzata in una serata di luglio milanese. La città si sta svuotando tra ferie e smart working, sostituita solo in parte da quei flussi turistici che piano piano si stanno riprendendo. Pizza fuori, siamo in tre, scelta come nello stile della casa abbastanza all’ultimo minuto. “Ho voglia di quella pizza di Giolina, andiamo stasera? Ogni tuo desiderio è un ordine cara! Così in tarda mattinata riesco a prenotare fuori nel bel dehor di Golina in via Felice Bellotti, ore 19.30.
Appena arrivati precisi come un orologio il locale è tutto o quasi per noi, lo spazio fuori accogliente ed elegante, ma una sbirciatina dentro non me la leva nessuno. Era da un po’ di tempo che non tornavo, ma Giolina è sempre più bella come me la ricordavo. Una pizzeria in stile urban chic, scaffali pieni di libri, il pianoforte, i lampadari vintage, aleggia uno spirito dandy, mentre su tutta la sala domina il forno in fondo a vista. Si vede la mano fatata di un genio della ristorazione come Ilaria Puddu, che in questi anni insieme al socio Stefano Saturnino ha inanellato un successo dopo l’altro, da Pizzium, a Marghe a Crocca solo per rimanere nei locali con il format pizza. “I libri sono la mia passione e del socio Stefano Saturnino, ecco perché quando abbiamo deciso di lanciare Giolina abbiamo pensato di riempire le pareti della sala con questi oggetti come arredo che sono piaciuti davvero molto”.
La grande novità è quella dell’hamburgher con il format mio cugino Alfredo, ma ho troppa voglia di riassaggiare la pizza, la grande protagonista del locale in un mix che mette insieme la toponomastica lombarda insieme alla tradizione napoletana. Giolina è famosa per il cornicione croccante e soffice, ma soprattutto per un impasto fragrante leggero come una piuma, con dei topping che sono una sintesi delle chicche enogastronomiche italiane. Un menù che ti farebbe voglia di prenderle tutte, con questi nomi della tradizione milanese da mettere al tavolo per conoscerli meglio. Magna, bef e tas s’at vö vivar in pas. Un detto milanese mi invita a mangiare e bere e stare in silenzio!
La scelta del tavolo cade su una Ghitina, una Margherita con Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino Dop, fior di latte d’Agerola, Parmigiano Reggiano Dop 30 mesi, basilico fresco, olio monocultivar Coratina Presidio Slow Food. Albertina con Fiori di zucca e alici, fatta da passata di datterini gialli, fior di latte d’Agerola, alici di Cetara, pomodorini semidry rossi, fiori di zucca, basilico fresco, olio evo monocultivar Coratina Presidio Slow Food. Sandrina con Pancetta tesa e zucchine, composta da Crema di zucchine, fior di latte d’Agerola, pancetta tesa di maialino nero Lucano bio, chips di zucchine, fiori di zucca, basilico fresco, olio evo Monocultivar Coratina. Sono sincero, le avrai prese tutte anche le altre, dalla Giorgina, alla Adelina sino alla Rosina e via discorrendo, ma non mancheranno altre occasioni perché il posto è talmente bello e si sta bene, che ti invita a ritornare.
Bella la proposta di vini naturali in pairing, è uno dei trend in evoluzione che a Milano e non solo sta tirando, in carta una proposta ragionata e studiata di etichette italiane al calice e in bottiglia. Optiamo per un bicchiere di bianco Mischiabacche, uvaggio Riesling e Muller Thurgau della cantina Castello di Stefanago e per un rosato Salto del Cieco, uve di Barbera e Merlot della cantina Annesanti. Due anni fa all’apertura la proposta beverage era più focalizzata sui cocktail, ma questa virata sul vino naturale significa che probabilmente la clientela non era ancora pronta, in carta rimangono comunque dei classici come Spritz, Negroni, Gin Tonic e Paloma.
Mentre siamo seduti nel frattempo inizia ad arrivare la clientela che aveva prenotato, in aggiunta ad altri, coppie e piccoli gruppi di amici che non avevano chiamato per riservare un tavolo. Qualcuno è fortunato e trova un posto dentro, altri meno perché il locale è full, c’è anche qualche accento straniero, il tutto gestito in maniera impeccabile da un personale giovane e preparato, sempre con il sorriso negli occhi che si intravede sotto le mascherine mai abbassate. Sottovoce lo chiediamo: ma quando ci sarà il bis di Giolina, non ne avevate già aperto un altro? No, al momento c’è solo questo che rimane una chicca unica, la risposta educata del personale in sala. Del resto anche lo staff è all’altezza con grande professionalità, formato alla perfezione da Ilaria e nemmeno sotto tortura ce la darebbero un’informazione così riservata, a noi affamati di pizza, vino naturale e di notizie…
Giolina
Via Bellotti 6 Milano
dal lunedì alla domenica12.00–14.30 /19.00–23.0
INFO www.giolina.it
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