E’ noto che un moderato consumo di alcool è inversamente correlato al rischio cardiovascolare. Il meccanismo di questo effetto protettivo non è ancora stato chiarito, tuttavia si ipotizza che possa comprendere l’aumento del Colesterolo HDL, la riduzione dell’aggregazione piastrinica e dei fattori della coagulazione, l’incremento della fibrinolisi e il miglioramento della funzione endoteliale. E’ stato inoltre riportato che basse dosi di vino possono incrementare la concentrazione plasmatica di acidi grassi omega 3 o n-3 (alte dosi avrebbero invece un effetto opposto). Questo è quanto riferisce l’ultimo bollettino informativo del Nutrition Foundation of Italy (NFI)
Recentemente nell’ambito del “Lyon Diet Heart Study”, uno studio clinico di prevenzione secondaria condotto su una popolazione francese, si è osservato che il consumo moderato di vino incrementa le concentrazioni plasmatiche di omega 3, analogamente al consumo di pesce (de Lorgeril e coll., Am Heart J 2008; 155:175–81). Dal momento che gli omega 3 a lunga catena svolgono un’azione protettiva a livello cardiovascolare, questa osservazione potrebbe almeno in parte spiegare l’effetto dell’alcol nella riduzione del rischio cardiovascolare.
In questo studio sono state registrate le abitudini alimentari di circa 1600 soggetti residenti in Belgio, Inghilterra ed Italia, metà donne e metà uomini, nell’arco di un anno. Il consumo di alcool sotto forma di vino, ma non di altre bevande, è risultato correlato positivamente con le concentrazioni plasmatiche di acido eicosapentaenoico (EPA; p<0,0001) e docosaesaenoico (DHA; p=0,036) nelle donne e solo di EPA negli uomini (p=0,003). Tali effetti sono stati confermati analizzando la composizione delle membrane degli eritrociti.
L’osservazione che tali risultati siano statisticamente significativi solo per il consumo di vino suggeriscono che all’aumento degli omega 3 circolanti contribuiscano sia l’azione dell’alcool sul metabolismo degli acidi grassi sia l’effetto Antiossidante esercitato dai polifenoli presenti nel vino. In conclusione questo studio supporta il concetto che la riduzione del rischio cardiovascolare osservato nei bevitori moderati possa coinvolgere tra gli altri meccanismi, un effetto positivo sui livelli plasmatici di omega 3 indipendentemente dal consumo di pesce.
Fonte: FDI Giuseppe R, de Lorgeril M, Salen P, Laporte F, Di Castelnuovo A, Krogh V, Siani A, Arnout J, Cappuccio FP, van Dongen M, Donati MB, de Gaetano G, Iacoviello L; on behalf of the European Collaborative Group of the Immidiet Project Am J Clin Nutr. 2008 Dec 3. www.nutrition-foundation.it:80/news.php?act=visual&nid=001295
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