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Countdown praticamente esaurito per la 53°edizione del Vinitaly, il salone più importante del Belpaese di vini e distillati in scena a Verona. La città, come sempre, è il punto fermo, più dinamiche ed innovative lo sono invece le attività al suo interno proposte dall’ente fiera e dagli espositori. I numerosi padiglioni sempre più innovativi e digitali saranno infatti il luogo di incontro per oltre 30mila buyer esteri da tutto il mondo, occhi dei mercati tutti rivolti alla qualità e la ricchezza del Made in Italy, per vini territoriali, autoctoni, dalla beva intrigante anticipata a volte già dal colore.

Come l’ultima novità al debutto a Verona della Cantina Enrico Serafino di Canale, il Langhe nebbiolo Doc 2017 Picotener. Un biotipo dell’uva regina del Piemonte che continua a stupire dalle Langhe, con Barolo e Barbaresco, all’Alto Piemonte presente nelle dieci denominazioni Gattinara, Ghemme, Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano e Valli Ossolane. Ma tra le sabbie del Roero l’azienda sceglie di dar nuovamente voce ad un nebbiolo particolare che sebbene dimenticato dai produttori non lo è mai stato per la scienza ampelografica. L’antica citazione nel “Pomona Italiana” di Giorgio Gallesio (1817) come un’importante sottovarietà di nebbiolo piemontese è stato l’ulteriore motivo che ha spinto la Enrico Serafino a vinificarlo in purezza nel 2015.

Un lavoro di ricerca fatto con emozione e convinzione che ha portato alla premier oggi grazie anche alla pubblicazione dello studio di Nature (www.nature.com/articles/s41598-017-17405-y) sulle differenze dei cloni del nebbiolo a confermare che si era e si è sulla strada giusta. Perché si tratta di un biotipo quasi del tutto scomparso, difficile da lavorare e dalle base rese produttive. Problemi tutti che nel tempo hanno portato all’abbandono in favore degli attuali Lampia e Michet. E quindi dopo due anni di sperimentazioni si è arrivati a capire che quest’uva sì complicata riesce a regalare un vino ricco di polifenoli dal colore rosa-viola che piacerà ai grandi esteti che amano di circondarsi del bello, ricercano la raffinatezza e la perfezione. Il vino, dopo un affinamento di 12 mesi in botti medio-grandi è di grande persistenza, di struttura tannica solida ma soffice, fresco e gustoso. Un momento gustativo che arricchisce il palato, imponendo l’apertura di una nuova finestra nella memoria.

INFO www.enricoserafino.it

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