C’è una bella differenza tra l’olfatto e il fiuto. Prese fuori contesto, le due parole potrebbero sembrare sinonimi, ma in realtà basta guardare la loro applicazione nel parlato comune per cogliere la differenza sostanziale.
L’olfatto è la capacità di sentire gli odori, di distinguerli e di apprezzarli. Il fiuto è la capacità di intuire, di seguire il proprio naso per cogliere i segnali e prevedere quello che sta per succedere. Non a caso nella vita di tutti i giorni diciamo che gli imprenditori hanno “fiuto per gli affari”, oppure che gli attaccanti hanno “fiuto per il gol”, oppure come in questo caso, che un locale ha “fiuto per la moda” o “per le novità”
In questi giorni infatti a Firenze si è tenuto Pitti Fragranze, manifestazione dedicata all’olfatto ed a tutte le magnifiche sfumature che gli odori possono avere nel mondo della profumeria. La Kermesse è durata tre giorni, e si è tenuta presso la stazione Leopolda. Uno stuolo di profumieri, appassionati e mercanti di boccette si sono riversati nel capoluogo Toscano per scoprire le mille novità del mercato.
Ma mentre la concentrazione generale ruotava intorno al mondo dell’olfatto, l’Atrium Bar, vero e proprio tempio della miscelazione cittadina, ha dimostrato una volta di più di saper avere fiuto per le novità!
In omaggio alla Vaniglia, Raw Material indicato da Pitti come protagonista della manifestazione infatti è stata organizzata per tutta la durata dell’evento una speciale Cocktail List, accomunata dal file rouge della più famosa bacca del Madagascar.
Quello tra cocktail e profumi è un incontro meno insolito di quello che può sembrare, visto che il profumiere ed il distillatore (e perchè no, anche il farmacista),sono professioni che hanno un antenato comune, ovvero l’alchimista. Fin ad un certo punto della storia, distillare e miscelare cercando di esaltare le materie prime era compito di speziali e alchimisti, una tradizione per la ricerca e la scoperta che vedendo lavorare Edoardo Sandri dietro al bancone, si potrebbe dire ancora intatta, come se l’arte di creare quel Mix di fantasia e di benessere per i sensi vivesse ancora dietro il bancone, non perdendosi a favore della più moderna chimica senza poesia che caratterizza profumeria e chimica moderna.
La voglia del bartender fiorentino di cogliere la sfida lanciata dalla tematica di Pitti è quanto mani evidente, visto che i tre cocktail proposti sono stati creati da lui in maniera completamente diversa l’uno dall’altro, proprio per far intuire la versatilità della materia prima e del suo sapore oltre che del suo odore.
Se nel Reporter il Rum infuso al Cantuccino di Prato è l’insolita base di uno splendido Cocktail dalle note dolci, nell’ Orchidea a trainare è il Saké, che insieme a menta, lime e zucchero fa risaltare la vaniglia tanto al naso quanto in bocca.
Se invece l’obbiettivo è l’aperitivo, da non perdere il Mexico, con la vodka infufa alla vaniglia a far da padrona in un Cocktail dal sapore deciso grazie alle note di caffè e peperoncino.
Le manifestazioni e gli eventi vanno e vengono, ma il fiuto dell’Atrium per cogliere la tematica più attuale in città e svilupparla in chiave Mixology resta, ed è forse uno dei segreti che ha portato questo bar d’hotel a essere un punto di riferimento cittadino e non solo per tutti gli amanti del bere miscelato.