Pinterest LinkedIn

© Riproduzione riservata

Le corna so’ corna… commenta Antonio Starita, pilastro della comunità dei pizzaioli napoletani: quarta generazione della famiglia che aprì l’omonima pizzeria a Napoli, in Materdei, nel 1901, don Antonio creò il suo simbolico Corna di Maradona (rotolo fritto ripieno di ricotta, cicoli e pepe) nel 1992, quando l’idolo pagano (e nemmeno tanto) della Partenope calcistica diede il suo addio alla squadra della città. È successo di tutto da allora, Maradona è scomparso meno di tre anni fa, mentre la tradizione di Starita continua a rinnovarsi e al tempo stesso rimanere fedele a se stessa.

Databank Database Case Vinicole Cantine Dati Excel xls csv tabella campi indirizzo email sito web


 

Nel punto vendita di Milano, in zona Sempione, don Antonio (vicepresidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, che tutela la vera pizza napoletana, e Presidente de “Le Centenarie”, le 10 pizzerie più antiche di Napoli), ha aperto le proprie porte alla freschezza dei nuovi abbinamenti, che raccontano di cocktail e soprattutto di vini naturali, i Triple A resi celebri dal lavoro infaticabile della distribuzione di Velier. Alle ispirazioni classiche della friggitoria napoletana, che Starita ha da sempre come punto d’orgoglio  (gli Angioletti, bastoncini di pizza fritti con rucola e pomodoro datterino, e le Genovesine, pizzette fritte con genovese napoletana e pecorino romano) si affiancano quindi miscele semplici, prima di lasciare il campo alle colonne dell’esperienza.

Le pizze di Starita profumano di storia e sanno di contemporaneo: la Montanarache tradizionalmente è contenuta nelle dimensioni e appena paffuta, qui viene proposta in doppia cottura (la pasta e stesa e fritta, poi farcita e ripassata in forno), resa quindi croccante e asciutta senza perdere l’esplosione di gusto data da un sontuoso ragù. La Marinara è di estrema leggerezza, con un tocco di nuovo dato dal pecorino romano e pomodorino fresco (la tradizionale ha solo la passata di pomodoro), la Margherita è quello che è, la regina.

In carta, quindi, oltre alle birre KBirr, la novità dei vini Triple A, marchio di fabbrica di Velier, che può definirsi un insieme di ricerca e intuizione artistica, di continuo inseguimento di valori artigianali e di nicchia. Il FelceBianco dell’azienda agricola La Felce in Liguria e il Regina di Cuori Tenuta Fornace della Lombardia sono le proposte principali, accanto a ricette di cocktail beverini e affabili come l’Amara Spritz o il Paloma. La pizza è pizza, certo, e lo è anche grazie alle nuove esperienze che permette.

© Riproduzione riservata

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Resta sempre aggiornato! Iscriviti alla Newsletter


Scrivi un commento

13 − quattro =

Per continuare disattiva l'AD Block

La pubblicità è fondamentale per il nostro sostentamento e ci permette di mantenere gratuiti i contenuti del nostro sito.
Se hai disattivato l'AD Block e vedi ancora questo messaggio ricarica la pagina