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Milano Wine Week non si ferma. Non è un infelice hashtag da propaganda, piuttosto un grido di coraggio e lungimiranza, per quanto condito da qualche perplessità. La kermesse dedicata al settore vinicolo italiano, che nel 2019 aveva coinvolto 300 eventi, 300.000 partecipanti e 1500 aziende, è stata presentata con una conferenza in diretta streaming. Confermato l’appuntamento per il 2020, come tentativo di rilancio post-lockdown.
L’anfitrione, ovviamente, è Federico Gordini, patron della manifestazione, affiancato da uno schermo virtuale su cui scorrono immagini e ospiti in collegamento da remoto. “Avevamo organizzato una presentazione splendida, senza sapere che stavamo per fare una delle cose più vietate del mondo: avevamo scelto un cinema. Abbiamo però capito subito di doverci reinventare, ci siamo sobbarcati un grandissimo lavoro che ci ha portati a metterci in discussione”. Lo slogan di quest’anno è diretto discendente del momento storico assurdo in cui ci troviamo: impariamo a cambiare. “Le crisi portano con sé opportunità importanti. Abbiamo capito che la Milano Wine Week sarebbe dovuta rimanere fissa nel calendario, abbiamo lavorato per fare in modo che la nostra manifestazione potesse resistere a una situazione così imprevedibile. MWW evolve come evolve il mondo e rende Milano ancora una volta centro dell’innovazione”.
Innovazione sotto tutti i punti di vista, tecnologica ed esperienziale. Il concetto di rapporto con il vino cambierà drasticamente, almeno per quest’anno: “Milano diventerà the digital place to be, un luogo che abbatta le distanze e permetta di fruire dei contenuti di una manifestazione che guarda alle esigenze nuove di un mondo del vino che cambia. Abbiamo costruito un protocollo che permetterà la realizzazione degli eventi, abbattendo di due terzi la capienza di ciascun incontro, abbiamo dovuto cancellarne molti, ma garantendo la sicurezza della kermesse a tantissime persone. Abbiamo dovuto costruire un progetto digitale per permettere a tutti di godere dei grandissimi appuntamenti della MWW: saremo il primo evento dell’agroalimentare a utilizzare una piattaforma digitale, tra i primi in assoluto”.
La piattaforma si chiama Digital Wine Week, di fatto un’estensione della manifestazione, che punta a un’esperienza innovativa e di altissima qualità: un login con registrazione è preludio a un’enorme quantità di contenuti, supportati da collegamenti in 4k e interattività al massimo. Il fiore all’occhiello sarà il Wine Networking HUB, una fiera virtuale navigabile online, con stand digitali: la visione 3D permette di entrare nello stand di ciascun player aderente, dove saranno possibili l’interazione dell’azienda, la connessione con i referenti principali, il network con giornalisti, utenti, addetti ai lavori. “Digital Wine Week non vuole diventare una piattaforma solo per la MWW, piuttosto mira a estendersi a servizio del mondo del vino che cambia, che ha bisogno di grande infrastruttura digitale per portare avanti relazioni e contatti”.
Contatti, quelli personali, che però verranno quasi del tutto meno, eliminando quella che è una parte fondamentale del terroir dell’universo del vino, ovvero il capitale umano. A cercare di porre rimedio al problema sarà uno dei temi dominanti dell’edizione: le persone: “Quando penso al mondo del vino, penso alle storie delle persone che in questi anni mi hanno fatto innamorare di questo mondo. La manifestazione racconterà i percorsi di quelle people leaving a mark on the future of wine, le personalità che lasciano un segno nel mondo del vino. The Winers, come li abbiamo chiamato. Non ci saranno degustazioni o forum senza risvolti personali, storie di vita e aneddoti di lavoro”.
Palazzo Bovara, storico quartier generale della manifestazione, diventerà un vero e proprio studio di registrazione; i forum della MWW saranno online e quindi fruibili da tutto il mondo, sia per relatori che per utenti e operatori, e saranno tre i macrotemi della settimana. Business, con l’installazione di dieci spazi in dieci location internazionali in mercati strategici: tre negli USA, Canada, Berlino, Londra, Mosca, Pechino, Shanghai, Hong Kong. In queste postazioni si terranno tasting room collegate in diretta con Milano, degustazioni in diretta per un’esperienza unica pur non potendo muoversi dal divano di casa. MWW si trasformerà in un enorme studio di broadcasting, mettendo l’Italia al centro dei riflettori.
Ampio spazio al tema della formazione, un’educazione alle best practice del mondo del vino, con incontri che coinvolgeranno soprattutto i millennials, per discutere il vino dei giovani, che siano enologi, produttori, o startupper. E la Shaping Wine, una partnership con SDA Bocconi che analizzi il momento per capire come i trend mondiali influenzeranno il panorama enologico. sesto: infine, ovviamente, il consumatore finale, che potrà spaziare trai sei wine districts, marchio di fabbrica della MWW, per quanto in modo limitato. “I locali di somministrazione lavoreranno con regole diverse, certo, ma MWW si adatta. Totem informativi in strada, degustazioni in casa e a domicilio, il consumatore potrà informarsi, leggere, sperimentare. Ottobre deve essere un momento di ripartenza, per gli appassionati di vino e anche di cucina. La Milano Food Week è saltata per ovvi motivi, ma abbiamo deciso di costruire un progetto all’interno della settimana del vino, per coinvolgere i principali chef che ci seguono da sempre. Ciascuno di loro sarà abbinato a un vino diverso e lavoreremo sul pairing”.
Il sostegno di istituzioni ed esperti e come al solito solidissimo, con i rappresentanti dei vari enti che si susseguono in interventi video. In ambito politico ecco Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Regione Lombardia: “Nella difficoltà e nella tragicità molti saranno costretti a gettare la spugna. La MWW dimostra di avere vitalità, coraggio, capacità di immaginare il futuro. Promuove la cultura del vino in un momento in cui la convivialità subisce un colpo duro, noi ci saremo per confermare Milano come luogo principale della promozione dell’eccellenza italiana nel mondo”. E Roberta Guaineri, Assessore al Turismo: “Mi associo ai complimenti per il vostro coraggio. Più volte ho sostenuto che viviamo la crisi come una pausa, dalla quale sarà possibile ripartire perché Milano si è sempre dimostrata luogo di turismo di qualità soprattutto per l’accoglienza. Lo abbiamo nel nostro DNA, e siamo pronti a ricominciare. Si tratta di far capire che è una Milano eccellente anche in sicurezza e sanità, per cui chiediamo gli sforzi di tutti i coinvolti per accogliere i turisti in sicurezza. Sono certa della voglia enorme di rimettersi in gioco”.
Confermato come Presidente del Comitato di Manifestazione Luciano Ferraro, capo redattore centrale del Corriere della Sera: “Il mondo del vino deve ripensare gli schemi di comunicazione, puntare al contatto tra consumatore e produttore, raccontare meglio le storie e farsi conoscere. È una nuova fase in cui Milano e tutto il sistema devono sperimentare nuove strade”. Per quanto siano nostalgiche quelle vecchie, di profumi e voci e contatti, che ricorda Riccardo Ricci Curbastro, Presidente FederDoc: “Noi viticoltori stiamo vivendo l’emergenza come al solito, lavorando in vigna e in cantina, lavorando su mercati che cambiano pelle. Ci manca il contatto fisico ed emotivo, ma MWW garantisce novità per connetterci con il mondo, come di fatto il vino stesso permette. Coltivazione, trasformazione, racconto di storie. Degustare una bottiglia di vino con un’altra persona che fa lo stesso a Shanghai o a San Francisco è molto interessante. E sarà accolto da grande passione anche dagli appassionati”.
Torna anche Silvana Ballotta, Coordinatrice del Wine Business Forum: “Il WBS ha cambiato pelle, in passato abbiamo sempre offerto tavoli tematici differenziati, quest’anno abbiamo come comune denominatore l’internazionalizzazione, a trecentosessanta gradi, dai prezzi alla sostenibilità. La digitalizzazione è una grossa sfida ma un percorso indispensabile, del quale siamo molto ottimisti”. E si ripresenta inoltre l’accoppiata vincente con il Merano Wine Festival, una partnership vera, come l’ha definita Gordini, e suggellata dal fondatore Helmuth Kocher: “Milano deve essere punto di riferimento e leader del sistema. Il vino è un motore dell’economia e necessita di una squadra, per essere interpretato e valorizzato”.
Non sarà un’edizione come le altre, e non è detto che si tornerà mai alle dinamiche del passato. E forse e anche un bene, se dai problemi si riuscirà a creare soluzioni innovative e rivoluzionarie. “Milano c’è” festeggia Gordini, “Milano Wine Week c’è, il mondo del vino non si è mai fermato. Abbiamo cercato di costruire qualcosa che fosse al servizio di questo straordinario ambiente”. Sperando che il valore del contatto umano non si perda in un bicchiere (di vino), che gli eventi a ingresso contingentato non si traducano in favori da scambiare, e che si toni presto, davvero, a brindare per strada senza troppi problemi.
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