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Dopo Grinzane Cavour e Milano, l’Alta Langa sceglie una location inedita per presentarsi al grande pubblico: la sede dell’Italdesign di Moncalieri.

Circondati dalle creazioni a firma del designer Giorgetto Giugiaro, come la Lancia Delta, l’iconica Fiat Panda, la De Lorean DMC-12 (scelta da Robert Zemeckis come “interprete” dei viaggi del tempo nel film Ritorno al futuro), la Bugatti EB118, e molte altre, il 6 giugno scorso oltre 1200 operatori del store Ho.Re.Ca, italiani ed esteri, hanno assistito alla presentazione di “Terra”, il nuovo calice istituzionale del Consorzio Alta Langa con il quale si sono assaggiate le nuove annate di Metodo Classico (115 cuvée realizzate da 46 diversi produttori, molte del 2018).

 

 

TERRA, CARATTERISICHE TECNICHE:

Altezza: 225 mm
Diametro bevante: 65 mm
Capacità: 300 ml
Progettazione: Nicola Guelfo (Head of Industrial Design) e Riccardo Matera (Industrial Designer) – Italdesign
Realizzazione: Collevilca

Uno strumento essenziale, 100% Made in Italy, concepito inoltre per non consentire la roteazione del vino, un movimento che negli spumanti – tranne che nel caso di vecchissime sboccature – è superfluo.

E “Terra”, prima di essere un calice è indubbiamente un oggetto di design, che cerca di unire stile e funzionalità all’assaggio, mantenendo i tratti di un classico bicchiere di vino distinguendosi, però, per peso e linee, che restituiscono una forma triangolare, che nella sua pancia accoglie 300 ml di vino. “Esprime l’alto valore del savoir faire piemontese” – ha sottolineato il Presidente della Regione Alberto Cirio, intervenuto alla manifestazione.

Un evento riuscitissimo, che ha coinciso con la prima uscita pubblica del nuovo presidente del Consorzio Alta Langa: Mariacristina Castelletta, soddisfatta per la grande risposta di pubblico della prima capitale d’Italia.

Terra è un un lavoro che omaggia l’intero processo produttivo della denominazione, quel dietro le quinte che racchiude la terra, appunto, e che i membri del Consorzio custodiscono gelosamente mediante il “Patto con la Terra” idealmente siglato nel 2018, per esprimere modelli di condotta rigidi, criteri di scelta “severi” seguiti dai produttori nel rispetto delle “alte colline” di Langa. Suoli espressi nel vino, nel nome e nel logo consortile: tre cerchi ossia le tre province (Asti, Cuneo e Alessandria) “arredate” da rappresentazioni di colline e il complesso montuoso del Monviso sullo sfondo. Realizzato da Nicola Guelfo e Riccardo Matera, di Italdesign, il calice Terra racconta una storia con la forma, è un’evoluzione del precedente calice; il design, nella sua essenzialità, restituisce informazioni, che in questo caso contemplano vigne, boschi, noccioleti, viti, grappoli e il tempo in cui i vini riposano sulle pupitres e in vetro.

 

GUSTI E FORME DEGLI ALTA LANGA

 

 

I vini assaggiati in Terra – molti figli dell’annata 2018 – hanno raccontato di un millesimo ricco, sia sotto il profilo aromatico che gustativo, in molti Alta Langa il sorso è già piacevole, sebbene in molti casi culmini in sensazioni amare. Considerazioni che non sempre si riescono a fare, date le pungenze, le spiccate acidità e le durezze a cui gli Alta Langa ci hanno abituato; quanto alle componenti amare, l’annata generosa, anche dal punto di vista produttivo, ha influito sulle uve e sulla loro lavorazione. Sensazioni percepite soprattutto nelle cuvée a basso dosaggio, in cui lo zucchero non bilancia appieno questi finali. Il livello dei vini in assaggio resta comunque alto, con punti eccellenti, sia nelle Riserve, con almeno 60 mesi sui lieviti, che nelle cuvée monovarietali – in cui si comprende l’obiettivo di un Alta Langa: tensione, potenza e persistenza. A lato di quanto detto, si riscontra un incremento di impiego di chardonnay negli assemblaggi assieme al pinot noir, o di numero di referenze prodotte al 100% con la stessa, a conferma probabilmente di una ricerca di morbidezza più immediata. Gli assaggi da ricordare per persistenza, personalità e lettura del millesimo 2018, sono quelli di Sara Vezza, Paolo Berruti, Rizzi (che inserisce pinot noir per la prima volta nell’assemblaggio), Casa E. Mirafiore, Garesio. Su altri millesimi troviamo un ottimo Pianbé 2017 Pianbello e il Totocorde 2016 Cocchi; con più periodo sui lieviti, concentrazione materica, profondità e una bolla fine ma presente, spicca la novità – appena uscita – in Casa Ettore Germano, il Blanc de Blancs 2015, a seguire il 60 mesi del 2012 di Gancia e, infine, il 2009 di Enrico Serafino, una vera e propria cuvée de prestige realizzata in pochi esemplari, che racchiude tutto il percorso di ricerca e definizione stilistica della cantina di Canale, ad oggi tra i leader del mercato dell’Alta Langa.

 

 

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