Buona la prima per la “Rassegna dei vini Piwi”, andata in scena giovedì 2 dicembre alla Fondazione Emund Mach di San Michele all’Adige. Un momento di confronto per mettere sotto i riflettori le varietà dei vitigni resistenti alle malattie fungine con un focus scientifico e riconoscimenti alle cantine. Evento in presenza con circa cento partecipanti, tra le cantine iscritte alla gara e i rappresentanti del mondo vitivinicolo nazionale e locale e in diretta streaming con circa 150 persone collegate, tra cui tre classi della FEM. In apertura gli interventi del presidente della Fondazione Edmund Mach Mirco Maria Franco Cattani, dell’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, del presidente del Consorzio Innovazione Vite, Enrico Giovannini e del presidente di PIWI International, Alexander Morandel.
Presentati i dati del concorso con la premiazione delle cantine vincitrici: 18 premi e 13 menzioni d’onore, con un vincitore assoluto, il Solaris annata 2020 della cantina Weingut Plonerhof. Durante l’evento spazio anche al banco di assaggio dei vini partecipanti della prima rassegna nazionale a cui hanno partecipato 56 aziende con 95 vini, attentamente valutati il 18 novembre da una commissione composta da esperti che ha attribuito un punteggio e parametri descrittivi ai vini presenti in ognuna delle cinque categorie previste: rossi, bianchi, orange, frizzanti, spumanti. Una kermesse supportata dal Consorzio Innovazione Vite e dall’associazione Piwi international, per promuovere la conoscenza delle nuove varietà attraverso un confronto tra vini prodotti con almeno il 95 per cento di uve provenienti da varietà Piwi (PilzWiderstandsfähig).
“La prima rassegna nazionale dei vini ottenuti da uve Piwi rappresenta un ulteriore passo, importante, della Fondazione Edmund Mach verso la valorizzazione dei vini resistenti – ha spiegato in apertura il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani- Per Fem è quasi consequenziale rendersi promotrice di questo primo evento nazionale, un’attività di evoluzione scientifica e colturale, che vede protagonisti, da anni, anche alcuni dei nostri più sensibili ed appassionati produttori locali. L’attenzione al benessere ed allo sviluppo armonico del territorio nel quale insiste è quindi la missione infusa nel dna della Fondazione, che è nata e vive per gli agricoltori del Trentino, ma è ormai riconosciuta da decenni come elemento di riferimento scientifico anche in ambito nazionale e internazionale”.
Tre le relazioni scientifiche di interesse, Il prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano nel suo intervento “Il meticcio ci salverà o meglio salverà la viticoltura”, ha spiegato che in analogia alla revisione dei concetti di razza umana portata avanti dalla moderna antropologia dagli anni ’70, anche in ampelografia nuove scoperte guidano ad un ripensamento della presunta “purezza” della vite europea nei confronti di quella americana. Una recente ricerca sull’origine del genere Vitis propone infatti il centro di partenza della diffusione di questo genere proprio nel Nuovo Mondo, da cui quindi le specie sarebbero migrate durante il tardo Eocene circa 40 milioni di anni fa in Eurasia. Non ci sono viti di serie A, i vitigni europei, e viti di serie B, le specie americane ha chiuso il prof.Scienza, di conseguenza si potranno forse usare finalmente i nuovi vitigni resistenti anche per produrre vini DOC.
Secondo il prof. Luigi Moio, presidente dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino, nel suo speech “Futuro del vino nell’era della sostenibilità”, il vino è diventato un vero e proprio bene culturale ed emozionale, risultato del controllo di profonde conoscenze di naturali fenomeni biologici e biochimici. Lo scenario di oggi, con cambiamenti climatici continui, rischia di indebolire la diversità sensoriale dei vini ed il suo stretto collegamento con il concetto di terroir. Se si favorisce il perfetto adattamento tra il genotipo e l’ambiente, anche il vino che si otterrà sarà più sostenibile e armonico in tutti i suoi componenti, con un equilibrio dovuto alla perfetta combinazione tra pianta, suolo e clima. Uno scenario per creare condizioni di “enologia leggera”, che necessita di un numero di interventi minimi in cantina, quanto mai attuale rispetto ai temi ambientali e di salute del consumatore.
RISULTATI I° RASSEGNA PIWI
VINCITORE ASSOLUTO
Weingut Plonerhof-Solaris 2020
VINI FRIZZANTI
1 Azienda Agricola Dellafiore Achille-Johanniter 2020
2 Sartori Organic Farm-Diadema 2020
3 Cantina Pizzolato-Hoppa 2020
VINI SPUMANTI
1 Le Carline-Resiliens
2 Le Carezze-Iris 2020
3 Cantine Umberto Bortolotti-Oltre 2018
3 Cantina Sociale di Trento-Santacolomba 2019
VINI BIANCHI
1 Weingut Plonerhof-Solaris 2020
2 Terre di Ger-Arconi Bianco 2020
3 Lieselehof-Vino del Passo 2020
3 Villa Persani-Aromatta 2019
VINI ORANGE
1 Lieselehof-Julian Orange 2019
2 Giannitessari Società Agricola-Rebellis 2019
3 Azienda St. Quirinus-Planties Amphora 2017
VINI ROSSI
1 Terre di Ger-El Masut 2019
2 Le Carezze-Urano 2019
3 Cantina Pizzolato-Novello 2021