Nel 2012 sono state prodotte in Italia 465 milioni di bottiglie, di cui 305 milioni destinate all’estero in 78 Paesi. Per oltre il 99% l’export è composto da spumanti ottenuti con metodo italiano (Prosecco, Asti e Spumanti), ma è in forte crescita (+21%) il metodo tradizionale (Franciacorta e Trento). “Il sentiment Italia – dice Giampietro Comolli – e’ molto forte all’estero per tutto quello che ruota attorno alla cucina e tavola. Alta considerazione qualità, giusto valore, riconoscibilità e un pizzico di moda. Utili mezzi per crescere ancora, riducendo l’occasionalità e l’individualità, puntando su continuità, solidità rapporti locali. Assolutamente non cedere su qualità globale”. L’esportazione degli spumanti italiani nel 2012 registra un valore all’origine di ca. € 945 mil/(+15% rispetto allo scorso anno). In termini di prezzi al consumo finale nel mondo le bollicine italiane realizzano un giro d’affari di 2,5 mld di Euro (+19,10% rispetto al 2011), quasi equamente diviso fra canali Horeca e diverse DO.
L’Europa rappresenta il 54% dei volumi esportati (+3,7% sul 2011) con circa 164,7 milioni di bottiglie e un 51% sul valore globale (+1,1%) con Belgio, Spagna, Portogallo, Grecia, Norvegia in calo del 8%; Francia, Olanda, Svizzera, Svezia, Austria e Polonia in crescita del 11%. La Francia in particolare passa da circa 5 mil/bott importate a quasi 9 milioni, principalmente Prosecco e Moscato, con una “enclave” per i Franciacorta. Germania in netto recupero (+2,9%) e UK sempre più in alto (+9%), ad insediare il secondo posto di Usa nella graduatoria dei volumi esportati. Punte prestigiose sono rappresentate da Giappone e Estremo Oriente attestati su un +11% in valore, ma con volumi assai variabili da Paese a Paese, dal 6% al 22% della Corea, da una base di piccoli numeri, ma in crescita. In totale circa 9 milioni di bottiglie in più rispetto al 2011, ovvero circa 31 milioni di bottiglie consumante in Estremo Oriente, Oceania, Australia. La Cina rappresenta un mercato in crescita a due cifre, ma inizia a presentare diversità di importazione da prendere in considerazione. In Russia stravince il Prosecco e gli spumanti generici di origine piemontese e lombardi. Per gli spumanti italiani l'”ex Urss” registra un incremento di consumi del 8% con un incremento dei valori del 3%. Un mercato difficile e altalenante dovuto a proibizionismo, imposte su alcolici, regole per gli importatori con alcuni segnali di discontinuità e forte infedeltà su alcune etichette. La Russia e i paesi ex Urss, non UE, nel loro insieme, rappresentano poco meno del 12% del consumo totale, ovvero circa 33,3 milioni di bottiglie. Nelle Americhe, i diversi mercati, rispondono in modo differente: il Canada ritorna a galoppare con i numeri, meno con i valori; gli Usa mantengono un regolare trend crescente e continuo che lo rende il mercato piu’ tranquillo e di prospettiva (insieme a Gran Bretagna e Germania). Una crescita controllata e continua da anni, pari a circa il 15% del totale mondiale, ovvero 45,6 milioni di bottiglie, compreso il Messico e i Paesi centrali in forte espansione (+9%). Il Sud America nel complesso, seppur con qualche rilassatezza marginale, fa registrare un +9% in volume con una crescita ancora superiore in valore, raggiungendo il 6% del mercato globale, pari a 21,3 milioni di bottiglie stappate nel 2012. Si confermano leader Brasile e Argentina con incremento medio del 14%, ma crescono anche Columbia e Uruguay.
Fonte: AGI e www.ovse.org