“La geopolitica, l’inflazione e una nuova ondata di proibizionismo stanno mettendo a rischio la sostenibilità sociale, economica e ambientale dell’intero settore”. Le associazioni nazionali del comparto vitivinicolo francese, italiano e spagnolo si rivolgono ai rispettivi Governi e alla Commissione europea.
Conegliano è diventata la capitale europea del vino ospitando l’incontro annuale delle associazioni nazionali di Francia, Italia e Spagna. L’incontro, ufficialmente chiamato Gruppo di Contatto, è un momento unico di dialogo in cui le associazioni nazionali che rappresentano il settore si incontrano e discutono al fine di giungere a posizioni comuni sui principali temi di interesse per il comparto vitivinicolo. Nella riunione di Conegliano si è discusso della situazione del mercato. Dal 2019 ad oggi i nostri tre Paesi hanno dovuto affrontare una serie di crisi senza precedenti: le misure di ritorsione americane sui vini europei nell’ambito della disputa Boeing-Airbus, la pandemia con la conseguente chiusura del settore Ho.Re.Ca., le difficoltà nel trovare mercati nel periodo post-pandemico e la mancanza di materie prime, gli effetti dell’invasione russa in ucraina con l’aumento dei costi di produzione, la crescente inflazione, a cui si aggiunge l’impatto, sempre più evidente, del cambiamento climatico.
Le organizzazioni mettono in guardia sulla sostenibilità economica e sociale del settore vitivinicolo e chiedono sostegno in due punti:
- La sterilizzazione degli aumenti del costo dell’energia;
- Misure eccezionali di supporto e di flessibilità analoghe a quelle introdotte per fare fronte alle complessità causate dalla pandemia da Covid-19.
Le organizzazioni dei tre Paesi hanno altresì espresso forte preoccupazione per la nuova ondata di “proibizionismo”. I prossimi mesi saranno cruciali, in quanto la Commissione europea lavorerà su alcune importanti iniziative legislative: le delegazioni hanno chiesto di tenere conto di quanto espresso dal Parlamento europeo nel parere sul Piano europeo di lotta contro il cancro la scorsa primavera, di concentrarsi sulla lotta all’abuso di alcol e evitare politiche sproporzionate – come la recente norma irlandese – che minano le comunità e i territori produttori di vino, il patrimonio immateriale dell’umanità, l’arte di vivere europea e la cultura gastronomica, di cui il vino è parte inestricabile.
Devono essere sostenute, in particolare, tre linee di indirizzo:
- salvaguardare la politica di promozione come strumento per garantire la competitività dei vini;
- preservare le norme sull’etichettatura nutrizionale e sulla lista degli ingredienti già decise nel quadro dei regolamenti PAC, inclusa l’etichetta digitale;
- chiedere agli Stati membri e alla Commissione europea di opporsi alla proposta irlandese sugli health warnings, presentando un parere circostanziato nel quadro della procedura TRIS.
Per la Francia, erano presenti le Associazioni FNSEA – Commission Viticole, La Coopération agricole – Vignerons coopérateurs de France (VCF), Vignerons indépendants de France;
per l’Italia, Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari, Assoenologi, CIA – Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, FIVI e Unione Italiana Vini;
per la Spagna, Asociación Empresarial Vinos de España (AEVE), Asociación de Jóvenes Agricultores (ASAJA), Cooperativas Agro-Alimentarias de España, Conferencia Española de Consejos Reguladores Vitivinícolas (CECRV), Coordinadora de Organizaciones de Agricultores y Ganaderos (COAG), Federación Española del Vino (FEV), Organización Interprofesional del Vino de España (OIVE) y la Unión de Pequeños Agricultores y Ganaderos (UPA).
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