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A partire dalla mezzanotte ed un minuto di lunedì 5 novembre gli italiani potranno consumare intorno ai 15 milioni di bottiglie di vino novello. La nuova produzione, in calo del 10% rispetto allo scorso anno secondo le stime delle principali associazioni di categoria, sarà in vendita in negozi, ristoranti, enoteche, winebar e vinerie per essere consumate entro i prossimi sei mesi, termine ultimo consigliato affinché il primo vino dell’annata a essere imbottigliato mantenga inalterate le proprie caratteristiche di freschezza.


Si sottolinea che la riduzione del 10 per cento nella quantità rispetto al 2006 è il frutto di una vendemmia di buona qualità ma “avara”, con una produzione vinicola globale di poco superiore ai 40 milioni di ettolitri. Le bottiglie di novello Made in Italy arrivano sul mercato, secondo quanto previsto da un decreto ministeriale, con ben due settimane di anticipo rispetto al concorrente Beaujolais Nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre (il 20), quando è previsto per legge il deblocage.

I prezzi delle bottiglie di novello Made in Italy in vendita si posizioneranno – secondo le valutazioni di Coldiretti – su valori compresi tra i tre e i sette euro a bottiglia, con una media di circa 5 euro. Il fatturato del vino novello si aggirerà, quindi, attorno ai 70-80 milioni di euro, con oltre un terzo del totale delle bottiglie che esce dalle cantine del Veneto che, insieme alla Toscana, copre quasi la metà della produzione nazionale. Le prime sei aziende del settore (nell’ordine, Cavit, Banfi, Terrazze del Vino, Ruffino, Duca di Salaparuta) assorbono – secondo le valutazioni dell’Istituto Nazionale del Vino Novello – tra il 13 e il 14% delle produzione totale che – per oltre l‘85% – è, quindi, dispersa su almeno 400 aziende produttrici. La produzione italiana è caratterizzata sopratutto da novelli monovitigno con l’utilizzazione di un’ampia gamma di vitigni autoctoni anche se quelli più utilizzati sono nell’ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.

Il «vino da bere giovane» è nato negli anni ’50 in Francia nella regione Beaujolais, ma ormai da molti anni è divenuto anche in Italia un fenomeno di mercato e di costume. Quella dei vini novelli – secondo la Cia – è una piccola “nicchia” di mercato che trova le sue radici in vecchissime tradizioni locali di abbinamento di vini nuovi, ottenuti macerando a lungo le uve intere pressate sofficemente, ai frutti caratteristici dell’autunno, come castagne e marroni e piatti a base di funghi. Da queste tradizioni e prendendo anche spunto dai novelli francesi, è nata una apposita normativa italiana che dagli anni ottanta ha posto le regole produttive che, oltre al primo giorno di vendita, ha stabilito le caratteristiche e la limitazione produttiva ai soli vini con una origine geografica Doc o Igt. Ideale per una cucina moderna e informale, il Novello è un vino che esprime al meglio quattro caratteristiche (le c.d. 4 effe): è fresco, fragrante, fruttato e fiorito.

+INFO: Coldiretti( www.coldiretti.it) – Istituto Vino Novello Italiano (www.vinonovello.org) – C.I.A. (www.cia.it )

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