Furono i benedettini a inventare la birra, ad affinarne e codificarne le tecniche di produzione. Oggi però sono pochissimi i monasteri che continuano a produrla in autonomia rispettando le antiche ricette e i dettami dell’Editto della Purezza. Uno di questi è Kloster Scheyern, autentico baluardo della tradizione bavarese.
BIRRE MONASTICHE TRA GUSTO E SALUTE
Bevete. Con questo monito Arnolfo di Soissons non invitava all’ubriachezza ma alla “salvezza”. Il fondatore dell’Abbazia di San Pietro in Oudenburg oltre che essere un esperto produttore di birra era anche un acuto osservatore.
Durante il Medioevo i periodi di epidemia erano frequenti e di solito in questi frangenti i bevitori di birra presentavano uno stato di salute migliore rispetto a chi beveva solo acqua. Non era un caso. Grazie alla bollitura che avveniva durante il processo di fermentazione, la bevanda non conteneva i germi e pertanto era più salutare. Così l’abate produceva birra e si impegnava a distribuirla ai fedeli, sollecitandoli a bere. Oggi Arnolfo di Soissons è il protettore dei raccoglitori di luppolo e dei birrai del Belgio. A lui come a tutti i monaci benedettini la storia riconosce un ruolo di pioniere nella tradizione brassicola.
BIRRE DI MONASTERO, I PERCHÉ DI UNA STORIA MILLENARIA
Se il fare birra rappresenta un’arte il merito va ai monaci. A una tradizione millenaria che ha affinato e diffuso in tutta Europa metodi, tecniche e conoscenze. I benedettini erano prima di tutto coltivatori straordinari e grazie alla disponibilità di importanti proprietà fondiarie avevano la possibilità di praticare le colture a rotazione triennale tra le quali figurava quella del luppolo. La coltivazione della pianta rappresentò una delle prime attività di sostentamento per i monasteri e presto divenne fondamentale per la produzione di birra.
Ora et labora. Anche il rigido stile di vita osservato dai religiosi diede un impulso significativo alla produzione. Per i monaci il consumo di birra non rappresentava una fuga dalla regola ma un’attività conciliante. Considerata come “pane liquido” era fondamentale per mantenere salute e vigore durante i lunghi periodi di digiuno. Vi è un ultimo aspetto da ricordare. I monaci erano abili amanuensi e la possibilità di tenere traccia di ogni fallimento o successo fece la differenza. Registrare un errore così come un progresso rappresenta la strada più sicura per affinare un metodo e così, tentativo dopo tentativo, nei manoscritti benedettini si andarono a delineare e a codificare i caratteri inconfondibili delle birre d’Abbazia: l’elevata fermentazione, l’alta gradazione alcolica e l’importante apporto nutritivo.
KLOSTER SCHEYERN: BALUARDO DELLA TRADIZIONE BAVARESE
Culla delle birre monastiche è stata senz’altro la Baviera. Nei primi anni del XIX secolo la regione ospitava oltre 300 birrerie di monasteri, un arcipelago di piccole e grandi realtà depositarie di segreti e conoscenze millenarie. Oggi questo mondo ha perso molte delle sue roccaforti e sembra giunto al tramonto. Sono infatti solo 12 le birrerie rimaste in attività e solo 7 di queste sono ancora gestite dalle comunità monastiche.
Kloster Scheyern, situato nel piccolo ed omonimo paese, a 60 km da Monaco è una di queste. Un baluardo della tradizione bavarese, meta ideale per chi vuole provare l’autenticità delle birre di monastero. Ancora vengono realizzate secondo le ricette tradizionali, seguendo i dettami dell’Editto della Purezza che vede l’esclusivo utilizzo di acqua, malto e luppolo.
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