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Nel mondo operano diverse migliaia di birrifici sparsi in tutti i continenti, tra cui moltissimi di piccola dimensione (microbirrifici). E tuttavia i grandi gruppi, con produzioni di milioni e milioni di ettolitri, assorbono la gran parte della produzione mondiale. Secondo quanto pubblicato nell’ultimo Barth Report del 2018-19, i primi quattro grandi gruppi birrai assorbono oltre il 54% della totale produzione mondiale di birra, mentre i primi 40 gruppi censiti da Barth Report, assorbono quasi il 90% dell’intera produzione mondiale.
Con il 2018 si sono completate tutte le operazioni derivanti dall’assorbimento del Gruppo SAB Miller da parte del gigante AB InBev che ora svetta al primo posto nella classifica dei produttori birrai con una quota di 30%, pari a 567 milioni di hl. AB InBev opera nel mondo con oltre 500 diverse marche di birra. Ha sede in Belgio, ma in realtà esso rappresenta un articolato agglomerato di birrerie e società sparsi su tutti i continenti, con punte produttive particolarmente elevate nel continente americano, esprimendo un giro d’affari di oltre 54 miliardi di $, il che la pone al primo posto tra i grandi produttori di bevande al mondo. Nel corso del 2019 il gruppo ha ceduto le proprie attività birrarie in Australia al gruppo giapponese Asahi con lo scopo di realizzare cassa per ridurre il proprio mastodontico indebitamento societario.
Al secondo posto nella graduatoria mondiale si consolida il gruppo olandese Heineken con una quota del 12,3% (pari a 234 milioni di hl) ed un giro d’affari di 22,5 miliardi di euro, Heineken si autoproclama il gruppo birrario più internazionale del mondo e il principale sviluppatore e rivenditore di marchi premium di birra e sidro. Nel corso del 2017 il gruppo olandese ha rafforzato notevolmente la sua posizione sul grande mercato brasiliano con l’acquisizione di Schincariol (precedentemente posseduto dalla Kirin), divenendo il secondo più grande competitore su questo importante mercato regionale, dietro solo ad Ambev (ABI InBev).
Al terzo posto nella classifica dei grandi gruppi, si conferma China Res. Snow Breweries con una quota a volume del 6,4% (cioè 121 milioni di hl). Si tratta del più grande produttore cinese, noto per il brand Snow, la marca di birra più venduta al mondo. Segue il gruppo danese Carlsberg con una produzione di oltre 112 milioni di hl pari ad una quota del 5,9% ed un giro d’affari 2018 di 62 miliardi di corone danesi. Al quinto posto si collocano i nord americani del gruppo Molsom Coors con 97 milioni di hl e un giro d’affari di 10,8 miliardi di dollari. Segue al sesto posto, con 80 milioni di hl, il gruppo cinese Tsingtao (il più grande esportatore di birre cinesi) e al settimo posto il gruppo giapponese Asahi con 57 milioni di hl. Asahi, oltre ad essere il produttore leader sul mercato nipponico si è notevolmente rafforzato in Europa dove ha acquisito numerosi birrifici (tra cui, l’italiana Peroni, Grosch, Pilsner Urquel e le britanniche Meantime e Fuller), nel corso del 2019 si è ulteriormente rafforzata con l’acquisizione delle attività birrarie di AB Inbev in Australia.
Per quanto riguarda gli altri grandi gruppi europei, va segnalata l’ottava posizione nella classifica mondiale del gruppo francese BGI/Groupe Castel, leader nella produzione di vini in Francia ma molto attivo anche nel settore della birra con la BGI, che esprime i maggiori volumi produttivi di birra sui mercati dell’Africa francofona. Al 10° posto si colloca il gruppo turco Efes, molto forte in Turchia, sui Paesi dell’Europa Balcanica e in Russia. Al 15° posto, con 20 mn/hl, si colloca Guinnes-Diageo, celebre in tutto il mondo per la sua stout. In posizioni più defilate si collocano numerosi produttori tedeschi che sono riusciti finora a mantenersi indipendenti rispetto alle grandi multinazionali birrarie: Radeberger Gruppe (controlla una numerosa galassia di birrerie tradizionali tedesche), Oettinger e TCB Beverages (i più grandi produttori di birre a private labels), Bitburger e Krombacher (famosi per le loro pils). Da segnalare inoltre i due grandi gruppi birrai indipendenti spagnoli: Mahou San Miguel e Damm.
Successivamente alla mega acquisizione di SABMiller da parte di ABI Inbev, le attività di fusioni e acquisizioni sono drasticamente diminuite, e tuttavia si segnala un certo dinamismo nell’acquisizione di birrifici artigianali da parte dei grandi gruppi. Tra le ultime operazioni in questo segmento sono da segnalare: Sapporo che ha comprato il leggendario birraio Anchor di San Francisco in California, Heineken che ha acquistato Beavertown a Londra, Kirin cha ha preso il controllo di Fourpure e Magic Rock in UK, mentre il Gruppo Mahou-San Miguel ha acquisito la maggioranza di Avery Brewing, con sede in Colorado.
Fonte: dati Barth Report 2018-19
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