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Quando il “barista” non c’è…


Grandi cru ed emozioni fanno sì parte del mondo del caffè, che però è tanto grande da non potersi fermare all’eccellenza, anzi: sono innumerevoli le situazioni in cui a proporre la tazzina non c’è un operatore barista specializzato ma un onesto lavoratore, magari pure occasionale, che di pressioni e temperature non si cura per nulla.

 



 

Dai fast food ai retailer, e anche spesso ai ristoranti (pure di alta gamma magari) questo è lo scenario. Ma le soluzioni che garantiscono una qualità costante e soddisfacente ci sono e sono le superautomatiche e il porzionato.

“Il mercato delle superautomatiche incontra tutte queste esigenze – dice Maurizio Chiecchi direttore vendite HORECA Europa di Evoca, gruppo che produce macchine professionali per il caffè – e sono ideali in quanto possono operare anche in assenza di operatore in modalità self service. Per la prima colazione negli alberghi ad esempio, consentono di ridurre i costi del personale e ottimizzare i tempi, offrendo bevande a base di caffè e di latte di ottima qualità identiche a quelle prodotte in un bar con un barista professionale ma in modo più rapido. L’elemento innovativo è rappresentato dal latte fresco ben visibile nel frigorifero a lato della macchina in sostituzione al latte in polvere: ciò rappresenta un trend in forte accelerazione in tutti i mercati. Il Latte Fresco è diventato un Must identificativo della qualità. L’innovazione tecnologica ha consentito inoltre di migliorare ulteriormente la qualità del latte erogato dalle superautomatiche. Utilizzando l’aria per montare il latte al posto del solo vapore si riesce ad ottenere una crema di latte sia calda sia fredda, arricchendo così l’offerta di bevande a base di latte freddo aromatizzabili con l’aggiunta di sciroppi. Tutto ciò garantisce un costante incremento della qualità delle bevande offerte”.

Non solo: l’arrivo di Starbucks previsto a Milano e poi a Roma ha rotto il ghiaccio. “Tanti operatori esteri che hanno sempre avuto soggezione del mercato italiano, con le sue forti tradizioni di caffè espresso, stanno arrivando e propongono prodotti nuovi, rivolti ad un pubblico più giovane. Tra questi ancora poco esplorato è il Coffee to go, il caffè in  bicchieri grandi con tappo e cannuccia da asporto. Ma arriverà, c’è un mercato nuovo tra i giovani”.

 

E il porzionato? “Negli ultimi anni ha rivoluzionato il mercato e ormai lo stanno seguendo tutti i torrefattori, grandi, medi e tra poco arriveranno anche i piccoli – spiega il direttore vendite caffè Roberto Francia di IMA Group, azienda che produce macchinari per l’incapsulamento e il packaging e per la torrefazione -. È cresciuto esponenzialmente negli ultimi due anni e continuerà a crescere, specie in Italia, dove ha portato effervescenza in un mercato che era stagnante, anche se con percentuali minori rispetto ai due anni passati. Ai torrefattori porta margini e il mercato lo richiede, quindi è la soluzione ideale”.

 

 

Le prossime frontiere?“Stanno tutti lavorando alla sostenibilità ambientale: dopo anni di capsule di plastica e alluminio, difficilmente o per niente riciclabili, si cercano soluzioni compostabili o biodegradabili, non solo per le capsule ma per il packaging in generale” conclude Francia.

 

Fonte: 

host.fieramilano.it/quando-il-barista-non-c%E2%80%99%C3%A8%E2%80%A6

 

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