Partenza al rallentamento per l’export italiano di vino. Se si eccettuano gli spumanti, ormai lanciati a ritmi straordinari, e confermati nel primo trimestre dell’anno, per l’imbottigliato il saldo dei primi tre mesi del 2014, oltre a segnalare un saldo zero sui volumi (2,8 milioni di ettolitri), vede una timida crescita a valore: il 4% scarso, a 875 milioni di euro. Di questi tempi, l’anno scorso, si viaggiava a performance valoriali doppie, attorno all’8%.
A zavorrare il comparto dell’imbottigliato nel complesso sono i frizzanti (-3% il passivo a valore), e i vini fermi Dop, cresciuti solo del 3%, per un andamento incerto sui volumi (-1%). Tengono bene invece gli Igp, arrivati al +6% sui valori, per volumi fotocopia dell’anno scorso. In aumento anche il comparto dei vini comuni, soprattutto sul lato volumi (+16%), ma non bisogna dimenticare che questi ultimi venivano da un primo trimestre 2013 che era andato sotto del 16%, per carenza di prodotto.In generale, sul lato prezzi, siamo ancora in una fase di aumento per i vini in bottiglia, che si innesta sugli aumenti praticati già nel 2013: +2% i frizzanti (2,15 al litro), +4% i Dop e +6% gli Igp. In riduzione, complice l’abbondanza di prodotto della vendemmia appena ultimata, le quotazioni dei vini generici (-9%).
A sentire più di ogni altro prodotto il peso dell’abbondante volume della campagna in corso sono i vini sfusi, le cui quotazioni sono in ribasso in media del 12%, equivalenti a circa 10 centesimi al litro di disvalore rispetto a un 2013 che aveva visto impennate dei listini. Il consuntivo del trimestre, quindi, oltre a un calo fisico (-6%), vede anche un passivo pesante sul lato valori, attorno al 18%. Ritorniamo invece agli spumanti, per segnalare ancora una partenza a razzo, con aumenti medi del 20% rispetto a un anno fa sia a volume che a valore, per prezzi medi in leggera decrescita: -2,5% il segmento Dop, dove milita il Prosecco, che regala performance di crescita superiori al 35%; -20% i prezzi degli Igp e -2% quelli degli spumanti senza indicazione territoriale. Incerto invece l’avvio dell’Asti: gli aumenti medi dei listini (+6%) incidono direttamente sui volumi, zavorrati del 12%, equivalenti a una perdita di fatturato del 6%.
Per la visualizzazione delle tabelle analitiche dei dati si rimanda a:
www.uiv.it/export-italia-marzo-va-al-ralenti/