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Semaforo verde dal Parlamento di Strasburgo a larga maggioranza al regolamento europeo sugli imballaggi, con l’approvazione di un testo più morbido rispetto alla proposta iniziale della Commissione. Passati alcuni emendamenti sulla proposta di regolamento, si attende a questo punto il responso definitivo da parte del Consiglio Ue il 18 dicembre. Focus sull’obiettivo di una graduale riduzione degli imballaggi proposti nel regolamento: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040.
Tra le proposte dei parlamentari europei, la riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040), con il divieto della vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. Il regolamento vuole limitare fortemente l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da bagno e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti. I deputati europei chiedono di vietare l’uso delle sostanze chimiche per sempre aggiunte negli imballaggi a contatto con gli alimenti, per prevenire effetti negativi sulla salute, chiariti i requisiti sul riutilizzo o la ricarica degli imballaggi. I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione (inclusi hotel, ristoranti e bar) dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore.
Non sono mancate le reazioni anche da parte delle associazioni italiane. Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, si dichiarano soddisfatte per lo stop alle restrizioni sulla normativa sugli imballaggi, garantendo così la tutela del settore agroalimentare. Come si legge in una nota, il voto prevede l’esenzione dagli obblighi previsti dal regolamento per i prodotti soggetti ad un alto tasso riciclo, valorizzando così le alte performance italiane. Bene secondo le associazioni di categoria italiane la tutela delle bioplastiche totalmente compostabili e biodegradabili. Un risultato che valorizza il primato dell’Italia in tale settore e conferma come tali materiali possano costituire un elemento di forza anche con Paesi schierati su posizioni diverse rappresentando soluzioni incontestabilmente sostenibili.
Negli ultimi anni l’Italia è diventata un punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile, con risultati più che lusinghieri in termini di riciclo, superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi, con un tasso di riciclo complessivo degli imballaggi che nel nostro paese ha toccato quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, che posiziona l’Italia al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite. Una vittoria con benefici non solo le sole aziende degli imballaggi, ma anche a tutte le filiere fondamentali per il settore agroalimentare del made in Italy, che vede coinvolte decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro.
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