La Repubblica Ceca, nota per avere il più alto consumo di birra pro capite al mondo, ha dovuto affrontare l’incertezza economica che ha avuto un effetto a catena sui bilanci, insieme all’aumento del costo della birra alla spina, che ha influito sulla spesa dei consumatori.
Secondo Novinky.cz, il consumo di birra nella Repubblica Ceca rimane il più alto al mondo nonostante il significativo calo degli ultimi anni. Il numero medio di birre bevute pro capite nel 2023 è stato di 256 birre per persona, pari a circa 128 litri, riflettendo cifre simili a quelle registrate durante le restrizioni pandemiche e al minimo storico del 1963. Radio Prague International (RPI) ha inoltre evidenziato come nel 2005 il consumo di birra avesse raggiunto un livello record, con i cechi che consumarono 163,5 litri, ovvero 327 birre a testa. Il consumo pro capite era di 153 litri nel 2009, attestandosi sui 140 litri per quasi un decennio prima di scendere a 129 litri nel 2021. È importante ricordare che, nel frattempo, le tasse sulla birra alla spina sono aumentate dal 15 al 21%.
In una recente intervista, RPI ha chiesto a Tomáš Slunečko, direttore esecutivo dell’Associazione ceca dei birrifici e del malto (ČSPS), di spiegare nel dettaglio cosa rivelano i dati. Slunečko ha dichiarato a RPI: “A parte piccole fluttuazioni nel post-Covid 2022, l’interesse per il consumo di birra è gradualmente diminuito“. Situazioni simili si osservano in tutta Europa; anche la Germania, ad esempio, ha registrato un forte calo delle vendite di birra nazionale e, insieme alla Repubblica Ceca, entrambi i Paesi sembrano essere stati particolarmente colpiti.
Slunečko ha sottolineato che, nella Repubblica Ceca, le vendite di birra nei pub e nei ristoranti sono diminuite del 30% lo scorso anno, poiché sempre più persone hanno scelto di bere a casa. Tuttavia, ha ammesso che il calo del consumo di alcol in tutto il Paese sta influenzando anche l’economia ceca e la cultura del bere nei pub, con un impatto negativo sulle persone che si affidano alle visite ai pub come forma di interazione sociale.
Slunečko ha spiegato a RPI: “Il calo del consumo di birra può avere un impatto molto negativo sul settore della ristorazione nel suo complesso. Da tempo sottolineiamo che pub e ristoranti dipendono spesso dalla vendita di bevande per il loro sostentamento. Penso che l’allontanamento delle persone dai pub e la tendenza a spostare il consumo di birra nelle case porterà alla chiusura di molte piccole attività e potrebbe avere un impatto negativo sulla vita sociale delle persone che vivono nei villaggi e nelle piccole città”.
Slunečko ha anche dichiarato alla stazione radio che si sta assistendo a un crescente numero di persone che si rivolgono alla birra analcolica, aggiungendo: “Questa è l’unica parte del settore in costante crescita, quindi penso che i birrifici stiano proponendo nuovi gusti e varianti diverse ogni stagione per un pubblico molto più ampio. I birrifici stanno affrontando il calo dell’interesse dei consumatori e del consumo di birra principalmente espandendo e diversificando la loro offerta e sforzandosi di seguire le tendenze moderne”.
Nonostante la crisi, l’anno scorso Žatec e il paesaggio del luppolo Saaz sono stati inseriti nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, riaffermando il legame indissolubile del Paese con la qualità della birra e la sua importanza storica. La tradizione della coltivazione del luppolo a Žatec risale al Medioevo e, nel corso dei secoli, Žatec è diventata la capitale del luppolo. In questo periodo si è sviluppato un paesaggio unico, adattato alla coltivazione del luppolo, dove sono nate le migliori varietà e la popolazione ha edificato città letteralmente costruite attorno alla sua lavorazione.
Fonte: www.thedrinksbusiness.com/
