Braulio ha deciso di rinnovare la sua immagine per essere al passo con i nuovi consumatori che ha raggiunto e conquistato al di fuori della sua terra d’origine, la Valtellina. Il restyling è stato affidato a Claessens, leader mondiale nella creazione e nel riposizionamento di marchi. Entusiasmante e divertente, ma allo stesso tempo delicato e impegnativo, il meticoloso lavoro fatto dal team di Cleassens è un equilibrio perfetto con gli elementi della tradizione valtellinese che da sempre contraddistinguono l’etichetta e rimandano alla storia dell’Amaro Braulio con segni, elementi e tratti moderni che rimandano all’attualità. Il nuovo vetro, innanzitutto, rappresenta l’elemento centrale dello sviluppo creativo: la shape accattivante, solida e distintiva è impreziosita dallo scudo simbolo di Bormio, che campeggia sul retro. L’utilizzo dell’oro a caldo e del rilievo amplificano la percezione di raffinatezza dell’etichetta. Il festone alleggerito e rinfrescato, accoglie al suo interno il riferimento a Bormio, a testimonianza della volontà di Braulio di mantenere in maniera forte il legame con le sue radici, con il territorio d’origine.
Molti dei segni originali sono stati preservati ma ripensati in chiave più attuale a favore della leggibilità di questa finestra sull’icona paesaggistica di un territorio di montagna, gioiello della natura. Leggere, ma sostanziali. Come la firma autentica di Francesco Peloni, recuperata dagli archivi delle cantine di invecchiamento o la terza casa cantoniera lungo la strada che sale allo Stelvio, disegnata a mano e ripresa da un dipinto di inizio Ottocento. L’affezionato estimatore, inoltre, potrà ritrovare i numerosi premi vinti nel Novecento e la pergamena con i riferimenti al monte Braulio, da cui il prodotto prende il nome. Elementi che non si sono voluti abbandonare perché testimoniano una lunga storia fatta di passione e riconoscimenti per un amaro che ha saputo affascinare tanti consumatori.
INFOFLASH/AMARO BRAULIO
L’Amaro Braulio nasce a Bormio, in Valtellina, nel 1875 da sapienti ricerche del farmacista Francesco Peloni, grande conoscitore delle erbe medicinali aromatiche. Il nome Braulio deriva dal Monte Braulio nel bormiense, da cui si ricavano numerose erbe utilizzate nella preparazione dell’amaro valtellinese che è infatti ottenuto dall’infusione di piante, radici ed erbe alpine ed invecchiato in botti di rovere per 2 anni. L’amaro Braulio, con i suoi 21° si distingue per gusto e raffinatezza. Il prodotto utilizza una miscela di 13 erbe e piante aromatiche dell’arco alpino e secondo un’antica ricetta rimasta segreta e immutata dal 1875. L’amaro Braulio è diventato un prodotto simbolo della Valtellina proprio perché racchiude i sapori e i profumi della sua terra. Amaro Braulio è un liquore leggero e piacevole da sorseggiare ma dal corpo pieno e dalla forte identità. Si caratterizza per il colore ambrato, per il gusto avvolgente ed equilibrato, fresco ma molto speziato, e per il bouquet aromatico inconfondibile. L’unicità di Amaro Braulio è data soprattutto dalle materie prime utilizzate: tutte erbe naturali – tra cui l’achillea moscata, la genziana e il ginepro – che nel momento della degustazione sono chiaramente percettibili e richiamano subito alla mente la flora alpina ed i cieli tersi. L’amaro valtellinese fino al 1999 è stato gestito direttamente dalla famiglia Peloni per poi passare alla Casoni spa che ne ha assicurato lo sviluppo grazie ad una distribuzione territoriale più ampia. Con il successivo passaggio della Casoni al gruppo Averna, l’Amaro Braulio fa ora parte della prestigiosa gamma di amari e liquori del gruppo siciliano +info: www.amarobraulio.it