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Uno studio su come il consumatore percepisce il valore del Prosecco in termini di immagine, qualità, modalità di acquisto e consumo, ha identificato il profilo del consumatore tipo del Prosecco: 320 questionari somministrati con modalità face to face, via internet e telefonicamente a persone di venticinque province Italiane. Sono state effettuate anche rilevazioni su 33 punti vendita della GDO appartenenti a 25 insegne diverse in cinque province venete, per tracciare le politiche di visual merchandising sulla categoria. Con un dato da mettere in evidenza su tutti: il 90% degli intervistati – presi a campione – afferma di consumare abitualmente Prosecco almeno due volte a settimana.

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Questa è, in sintesi, l’analisi della ricerca “Generazioni DOCG”, condotta dai tre gruppi di lavoro degli studenti dell’ITS Cerletti di Conegliano, che questa mattina, alla presenza della Preside Damiana Tervilli, è stata raccontata al Vinitaly, presso lo stand di Carpenè Malvolti durante un evento coordinato dalla conduttrice televisiva Camilla Nata. L’indagine conoscitiva è stata indotta da Rosanna Carpenè, Quinta Generazione della dinastia più longeva del Prosecco e recentemente giunta alla Presidenza della Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove tecnologie per il Made in Italy del comparto Agroalimentare e Vitivinicolo, che così afferma: “L’idea di proporre agli studenti della Fondazione ITS una ricerca sul Prosecco e sulla percezione del valore da parte del consumatore, nasce dall’impegno assunto con me stessa di dare continuità al percorso avviato dal mio trisavolo Antonio Carpenè. L’obiettivo è non solo valorizzare il Territorio di Conegliano, tradizionalmente vocato alla viticoltura, ma anche poter contribuire al futuro delle nuove generazioni, che con lo stesso interagiscono. In tal senso, sono fermamente convinta che la collaborazione tra Istituzioni Pubbliche ed Impresa rappresenti una risorsa imprescindibile, sia per la valorizzazione delle eccellenze territoriali sia per le conseguenti dinamiche economiche, sociali e professionali. E in questo, la risposta degli Studenti del Cerletti è stata entusiasta, immediata ed efficace, raccogliendo la sfida e stigmatizzando l’occasione del progetto per capitalizzare la nuova esperienza all’interno del proprio percorso formativo, teso e destinato a partorire le professionalità del domani.”

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La ricerca ha approfondito non solo le preferenze e il modo di interagire con il prodotto da parte dei consumatori del Nord Est ma ha anche analizzato il diverso approccio al Prosecco nelle varie aree geografiche, perlustrando i consumi e le abitudini di oltre venticinque province Italiane: è emerso così che, mentre nel Nord Est il Prosecco è considerato identificativo di un Territorio, nel resto d’Italia è uno stile di vita. Idem per i canali distributivi: nel Nord Est si preferisce acquistarlo direttamente in cantina, nel resto della Penisola si predilige l’acquisto nella GDO, anche se il consumo prevalente rimane quello fuori casa, in particolare al bar. Differenze che caratterizzano un fenomeno ancora in continua ascesa, laddove la tipologia più apprezzata è il Brut e si consuma mediamente due volte a settimana. L’appeal di questo prodotto di eccellenza che si distingue per la sua versatilità, ormai destagionalizzato e decontestualizzato dai consumi legati alle ricorrenze e ai momenti celebrativi, risulta trasversale non soltanto tra le fasce d’età ma anche tra i generi: il divario tra consumo maschile e femminile è pressoché nullo, a conferma della crescente prevalenza femminile nelle scelte d’acquisto. In crescita anche l’apprezzamento da parte delle giovani generazioni – consumatori di oggi e decision makers del prossimo futuro – il cui approccio è da tenere in forte considerazione per delineare nuove strategie di comunicazione e marketing.

L’indagine ha inoltre tratteggiato il profilo della conoscenza del Prosecco: risulta quindi essere espressione del TERRITORIO – con vigneti che si estendono per circa 20.000 ettari – COMPETENZA, perché ogni dettaglio per garantire la qualità del prodotto è curato meticolosamente grazie all’esperienza dei produttori e alle conoscenze trasmesse alle nuove generazioni attraverso i percorsi formativi della Scuola Enologica – ECONOMIA perché con oltre 5.000 addetti, di cui il 30% under 40, vale circa 68 milioni di bottiglie nell’area DOCG e altre 250 milioni di bottiglie provenienti dai territori della DOC, e rappresenta una fonte di reddito importante per molte famiglie – CULTURA ovvero un misto di arte e lifestyle. E i giovani studenti lo hanno fatto proprio sintetizzando questo fenomeno in un tweet: “Il Prosecco siamo noi”.Infine, conclude Rosanna Carpenè: “I risultati della ricerca sono stati altresì ispiratori per la mia attività d’Impresa, permettendomi di focalizzare meglio ed innovare ancora una volta la strategia comunicativa. Infatti, seppur con modalità e logiche diverse si è giunti alla stessa conclusione, riconducibile ad una tanto semplice quanto significativa equazione comunicativa: il Prosecco sta al Territorio come il Territorio sta a Carpenè”.

+info: Ufficio Stampa Carpenè Malvolti SpA,

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