Sempre più studi forniscono evidenze relative alla capacità del caffè nel contribuire al mantenimento delle funzionalità cognitive. Un’ulteriore conferma arriverebbe da uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition, il quale suggerisce che il consumo moderato e regolare di caffè sarebbe in grado di rallentare il naturale declino cerebrale nelle persone anziane.
Quasi 676 uomini sani nati tra il 1900 e il 1920 sono stati seguiti per 10 anni; il consumo di caffè è stato valutato in base al numero di tazze bevute ogni giorno, mentre le funzioni cognitive sono state testate con il Mini-Mental State Examination (MMSE), esame che valuta le performance mentali sulla base di un punteggio da 0 a 30, dove il valore più elevato corrisponde a una migliore performance.
In tutti i gruppi di consumo è stata riscontrata una riduzione delle funzioni cognitive (entro un certo limite fa parte del normale processo di invecchiamento), tuttavia, mentre i partecipanti che avevano dichiarato un consumo regolare di caffè, nel corso dei 10 anni di studio hanno ridotto le proprie capacità intellettuali di 1,2 punti al MMSE, i non-consumatori hanno ridotto le loro performance cerebrali di 2,6 punti.
In generale, dallo studio è emersa una relazione inversa tra la quantità di caffè consumato quotidianamente e il declino cognitivo, che è risultato essere minore (-0,6 punti al MMSE) in coloro che bevevano 3 tazze di caffè al giorno. Nei partecipanti che non avevano l’abitudine di bere caffè, invece, è stata evidenziata una riduzione 4,3 volte maggiore delle funzioni cognitive.
FONTE. www.nutrition-foundation.it
estratto dall’articolo originale di van Gelder BM et al. su European Journal of Clinical Nutrition
advance online publication 16 August 2006 www.nature.com/ejcn/index.html
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