Il settore lattiero-caseario ha attraversato momenti non facili negli ultimi anni. Eppure il Made in Italy ha saputo non solo rispondere, ma anche rilanciare. Come? Puntando sull’eccellenza, la qualità, le mille tradizioni dei territori e un sistema produttivo che si fa forte di un’estesissima cooperazione.
L’Italia riveste un ruolo internazionale di primissimo piano grazie ai prodotti IG (di cui detiene il record europeo), ma anche grazie a quantitativi di tutto rispetto: nel 2015, secondo dati elaborati dall’analista di settore CLAL, le consegne di latte bovino alle latterie hanno toccato 11 milioni e 160 mila tonnellate (erano 10,8 nel 2011). I formaggi di latte bovino ne assorbono oltre un milione, delle quali 432 mila per formaggi DOP. Altro segnale positivo, il tasso di autoapprovvigionamento (la quota di fabbisogno coperta dalla produzione nazionale) è anch’esso in costante crescita: l’anno scorso è stato pari al 74,24% contro il 68,13% del 2011.
Il Gruppo Brazzale, ad esempio, l’azienda casearia più antica d’Italia, ha intrapreso da oltre 10 anni un percorso totalmente nuovo e rivoluzionario sul suo modo di stare sul mercato. “La creazione di filiere ecosostenibili di prodotto e di processo – spiega la Responsabile Marketing, Rita Marchesini – è diventata il fiore all’occhiello in un contesto economico dove la sensibilità ambientale è ben più che uno slogan ma una esigenza che si coglie in modo sempre più evidente. L’adozione volontaria di una Etichetta di Filiera è una risposta concreta, volontaria, in grado di fornire ai consumatori le informazioni più complete sull’intero ciclo ed ambiente dal quale nasce un prodotto”.
Francia Latticini è una delle aziende private di maggiori dimensioni tra quelle che puntano sulla qualità. “Oggi la maggior parte delle aziende produce usando cagliate (al posto del latte fresco) e acido citrico (al posto del caglio) – spiega il Responsabile Export Massimiliano Giorgetta –. Questo è senz’altro un punto di forza per noi perché ci differenziamo dalla maggior parte dei produttori anche Italiani. E questo il consumatore medio-alto lo percepisce”.Come accennato, la forte presenza della cooperazione è un’altra delle chiavi di questo successo: “Grazie ai soci, Parmareggio può vantare il controllo totale della filiera: dalla produzione del latte alla distribuzione al consumo del Parmigiano Reggiano”, puntualizzano dal Consorzio.
Cooperazione che guarda molto al futuro, come sottolinea Costanza Capitani, Responsabile Comunicazione e Marketing di Consorzio Virgilio: “Il nostro core-business riguarda prodotti molto tradizionali come burro e mascarpone, parmigiano reggiano e grana padano. Per noi è molto importante il legame con il territorio; da aprile abbiamo lanciato una campagna pubblicitaria battezzata non a caso ‘Qui da Noi’, per valorizzare l’eccellenza, la qualità e la salubrità e quindi genuinità dei nostri prodotti”.“I consumatori oggi sono attenti, oltre che alla qualità intrinseca del prodotto, anche alla storia e ai valori che rappresenta – conclude Giovanni Guarneri, Consigliere Delegato del consorzio cremonese PLAC –. Vogliono essere informati non solo sulla filiera, ma anche sul territorio, le sue tradizioni e i suoi valori. Il nostro impegno oggi è di far percepire questi fattori al consumatore, attraverso la comunicazione e anche attraverso nuovi tipi di packaging. Ad esempio abbiamo lanciato il provolone DOP non solo al banco ma anche in libero servizio, quindi con formati più piccoli e con imballaggi molto accattivanti e informativi”.
Il settore lattierio-caseario potrà contare, in TUTTOFOOD 2017, di un rinnovato lay-out, per avere ancor più visibilità; e delle positive ricadute, in termini di operatori professionali/buyer di alcuni accordi sottoscritti da Fiera Milano con diverse associazioni, uno su tutti quello con ACI-Alleanza delle Cooperative, forte del 70% della produzione di formaggi DOP in Italia.
+info: www.tuttofood.it/it/blog/latte-e-formaggi-ripartono-da-tradizione-e-territori