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Mentre nel Regno Unito inizia a diffondersi un sentimento di ripresa generale, certificato da un programma cadenzato di riapertura e allentamento di restrizioni, l’Italia continua a vedersela brutta, e la pazienza è ormai agli sgoccioli. Nelle ultime ore si sono verificate manifestazioni e cortei a ogni latitudine del paese, trainate da ristoratori e ambulanti ormai allo stremo.

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“Il mio lavoro, unico ristoro”. È l’hashtag utilizzato come stendardo da Assidea, sotto la cui campana si riuniscono i venditori ambulanti toscani che domani sfileranno tra Pistoia e Firenze. Si tratta di un’estensione di quanto già visto nella giornata di oggi, 6 aprile, specialmente tra Roma e Milano. A Montecitorio si è riunito un foltissimo gruppo di commercianti e partite IVA che chiedevano “libertà e possibilità di lavorare”, lamentando l’indifferenza del governo, colpevole di aver finora elargito misure-elemosina e sorvolato a tempo indeterminato su agevolazioni fiscali necessarie per la sopravvivenza delle piccole imprese. Le strette per arginare il Covid-19 sono ormai insostenibili.

Anche il piazzale della Stazione Centrale di Milano è stato teatro di una sfilata dei commercianti e degli ambulanti, colpiti a causa delle chiusure dei mercati e delle fiere, che si sono definiti come “ormai gli unici a rimanere chiusi. Negozi e chiese non hanno limitazioni di sorta, le scuole giustamente riapriranno. Noi sembriamo essere i nemici assoluti, ma chiediamo solo di poterci guadagnare da vivere. I mercati all’aperto sono luoghi sicuri”. Le proteste si sono estese anche in Liguria, a Imperia, e al sud Italia, nello specifico a Foggia.

Già nei giorni scorsi, circa 700 manifestanti avevano sfilato a Rimini, sotto la denominazione del Mio, Movimento Imprese Ospitalità, che si è fatto portavoce della maggioranza degli scontenti. Una scia di tumulti che in realtà fa parte del malcontento ormai dilagante, tanto da andare a fondersi con i movimenti autonomi delle ditte di bus turistici, oggi protagonisti di una dimostrazione in piena autostrada A1, e i dipendenti Alitalia, a loro volta impegnati in un corteo a pochi passi da quello dei ristoratori di Milano.

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