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Il cambiamento nelle abitudini alimentari degli italiani, con la minore disponibilità di tempo da dedicare agli acquisti e alla preparazione del cibo entro le mura domestiche, ha determinato una profonda innovazione nei luoghi di consumo e nell’offerta dei prodotti. Dal 1988 ad oggi, la ripartizione della spesa delle famiglie per il consumo alimentare in casa è scesa dal 75% al 68%, a tutto vantaggio della spesa per i consumi fuori casa, cresciuta dal 25% all’attuale 32%. All’interno dell’Unione Europea, i consumi fuori casa sono circa 435 milioni di euro, pari al 33,8% dei consumi alimentari totali. Quando si parla di ristorazione fuori casa, si intende, nella sua accessione più ristretta, la ristorazione collettiva e commerciale, e, in quella più ampia, anche i cosiddetti circuiti alternativi di vendita ossia vending machine, stazioni di servizio stradali, camion gastronomici ambulanti, negozi al dettaglio quali panetterie, gastronomie e simili e la Grande Distribuzione nei suoi reparti gastronomici o del take away. L’articolo “Pasti fuori casa: una marcia inarrestabile” è su Largo Consumo 05/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Per approfondimenti digita:“Desideri in pausa pranzo”;. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Gra1, Gra2. + Info su Largo Consumo 5/2007

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