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Un ritratto… imbottigliato: le grappe artistiche di Uber Michelli premiano i migliori dj del mondo


Un’opera d’arte per gli artisti della consolle. Il progetto “Technobottles” è nato proprio così, come omaggio 100% italiano ai grandi deejay della scena musicale mondiale. A metà tra gli spirits (in questo caso la grappa) e… la pittura.

Inizialmente pensata da Uber Michelli come regalo esclusivo per gli ospiti di fama internazionale delle sue serate, questa elegante bottiglia personalizzata oggi si appresta ad affacciarsi a un mercato più ampio e un po’ meno settoriale, sempre preservando però i suoi altissimi standard di qualità. Una bella svolta per il giovane barman-imprenditore friulano, che nel Nord Italia (e non solo) ha lanciato ormai una vera e propria tendenza. Proprio a lui, così, abbiamo chiesto di raccontarci l’evoluzione del progetto partito otto anni fa e cresciuto finora davvero a dismisura: “Questo progetto è nato, come capita per molte cose, quasi per gioco. Lavoro dietro al bancone del bar di famiglia (Caffetteria-Cocktail Bar “Al Cavallino” di Tolmezzo, ndr) dalla tenera età di 16 anni e col passare degli anni, via via che mi avvicinavo al mondo cocktail, sono sempre stato molto affascinato dalle bottiglie fuori dal comune e dalle grafiche stravaganti che alcune di esse proponevano. Diciamo che ho sempre avuto la fissazione di poter creare qualcosa di mio”.

Un sogno diventato realtà grazie all’incontro col graffitaro Roberto Candotti, in arte “Obino”.
“Esatto. Durante i sabati d’estate ho lavorato per molti anni in una rinomata discoteca di Lignano Sabbiadoro e, come organizzatore di eventi, ero alla ricerca di un regalo con cui omaggiare i numerosi dj di fama internazionale che suonavano ai nostri party. La fortuna ha voluto che uno dei più bravi graffittari del Friuli-Venezia Giulia, in arte ‘Obino’, fosse un  mio caro amico e cliente del bar. Così, nel 2012, abbiamo iniziato a dipingere su delle bottiglie vuote il volto dell’ospite, per poi consegnare questo omaggio a fine serata ai diretti interessati permettendoci di portare le nostre creazioni in ogni angolo di mondo”.

La tua idea è piaciuta molto, fin dalla prima bottiglia regalata.
“Sì, assolutamente. Le reazioni dei dj sono sempre state entusiaste, non avevano mai parole per ringraziarci, anche se mi hanno fatto immediatamente capire di preferire la bottiglia piena piuttosto che vuota (ride, ndr). Una volta individuato il vetro ottimale sul quale dipingere, è giunta dunque l’ora di scegliere quale tipo di alcolico inserire al suo interno e, da buon friulano quale sono e con l’aiuto del ‘mastro grappaio’ – così lo chiamo io – Mauro Uva, siamo finiti direttamente alla ‘Domenis’ di Cividale del Friuli. La titolare Cristina ci ha accolti a braccia aperte ed è stata subito affascinata dal nostro progetto, consentendoci di imbottigliare le nostre produzioni con la sua rinomata grappa”.

Perché avete scelto la grappa, anziché un altro tipo di spirito?
“La scelta della grappa è stata molto apprezzata da parte dei disk jockeys perché è uno spirit di non comune consumo, almeno fuori dall’Italia. Per questo, è stata subito un’idea più che azzeccata. Il progetto ha iniziato a crescere e ad avere una sua identità anche grazie alle numerose condivisioni social da parte delle pagine ufficiali degli artisti, che ci hanno fatti conoscere da tutto il mondo della notte. Ben oltre i confini nazionali…”.

Dai graffiti siete poi riusciti a fare, se vogliamo, un ulteriore salto di qualità.
“Questo quando ‘Obino’ è stato sostituito da un ritrattista di pregevole fama nel mondo della pittura. Il suo nome è Gionatan De Conti, ritrattista carnico, sempre friulano e molto conosciuto nell’ambiente della pittura realistica. Con lui – sono sincero – abbiamo raggiunto un livello di arte e di realismo fuori dal comune, con ritratti fatti a mano che sembrano piuttosto delle fotografie e che lasciano sempre tutti a bocca aperta”.

Col passare degli anni, il tuo progetto è uscito anche fuori dalle porte delle discoteche?
“Le bottiglie sono piaciute così tanto che piano piano abbiamo preso a soddisfare anche qualche richiesta extra-dj. Penso agli amici o a tutte quelle persone che ci chiedevano se avremmo potuto realizzare una bottiglia anche per loro, magari da regalare a qualcuno di veramente speciale. All’inizio, solo questo”. 

“Speciale”, d’altronde, è proprio la parola che contraddistingue ogni vostra bottiglia.
“Dietro ogni singola bottiglia c’è molto lavoro da parte del ritrattista, a partire dal fondo omogeneo di colore da intingere su tutta la superficie per poi passare al ritratto in acrilico, che dall’inizio alla fine dell’opera lo tiene occupato anche un paio di giornate tra dettagli e prospettive varie. Al momento possiamo ritenerci un prodotto molto di nicchia per il cliente che capisce e apprezza tutto ciò che c’è dietro alla creazione finale. Aprirci al grande mercato e fare di una passione un business non è mai stata una nostra priorità, anche perché il cliente deve capire che l’opera non si può comprare con un veloce click, ma che bisogna rispettare tutte le tempistiche di cui il pittore necessita. Ormai, dopo molti anni di duro lavoro, potrebbe essere però anche giunta l’ora di provare a farci conoscere a un mercato più generalizzato. Ovviamente, senza mai distogliere il focus sulla qualità del ritratto disegnato sulla bottiglia, che deve sempre rimanere ai massimi livelli ai quali i nostri painters ci hanno abituato. Su questo sono inflessibile”.

Se aprire la tua “creatura” al commercio è il prossimo obiettivo a breve termine, qual è invece il sogno nel cassetto di Uber Michelli?
“Di pittori ne è pieno il mondo, quindi il mio sogno è proprio quello di riuscire a far disegnare delle edizioni limitate anche ad artisti di fama internazionale. Un passo alla volta, ce la farò. O almeno farò di tutto per arrivarci”.

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