Bag in box: Soluzione ideale per conservare liquidi come il vino. Il mercato tuttavia stenta a decollare nonostante i 2.500.000 pezzi collocati alla gdo. Consumatori poco informati e consapevoli dei vantaggi che offre la tecnologia. Una legislazione poco chiara e difforme da quella oltreconfine che non favorisce il settore. È lo stato del mercato del vino in bag in box oggi in Italia. (pubblicazione autorizzata da Largo Consumo per Beverfood.com)
Il bag in box (letteralmente “sacco in scatola”) prevede un imballo composto da un sacco in materiale plastico, dotato di un rubinetto dosatore e racchiuso in un contenitore in cartone ondulato. Man mano che il prodotto viene consumato, il sacco si deforma impedendo il contatto con l’aria. Il vantaggio qualitativo consiste nella shelflife al consumo che si prolunga dai 4 agli 8 mesi.
Senza allontanarci troppo da realtà simili alla nostra per cultura vitivinicola, Francia e Spagna trattano in maniera massiccia il bag in box ed è possibile trovare nei supermercati anche 15/20 referenze di bag in box, mentre i Paesi scandinavi bevono un 40% del prodotto in bag in box, quasi più diffuso della bottiglia. Di contro in Italia se ne trovano una o due referenze. |
||
Persone, Aziende, Marchi e Organismi citati nell’articolo:
Scarica l’elenco dei citati di questo articolo e di tutto il fascicolo Verifica con l’aiuto di Largo Consumo Information System – Rassegna on line di argomenti, nomi e numeri del largo consumo food e non food – e del Servizio Diffusione e Abbonamenti la disponibilità di altre informazioni sulle imprese e sugli organismi citati in questo articolo . Elementi a corredo dell’articolo :
Ordina la tua copia Questo è un abstract , finalizzato solo a illustrare i principali temi trattati nell’articolo. Se non sei abbonato e desideri leggere il servizio per intero , puoi richiederne una copia al Servizio Diffusione e Abbonamenti di Largo Consumo.
|
||
Le richieste di copie e riproduzioni possono essere inoltrate al Servizio Diffusione e Abbonamenti di Largo Consumo. |