C’era una volta una capra curiosa… Potrebbe iniziare così una storia sul caffè, la bevanda analcolica più bevuta al mondo dopo l’acqua, un rito quotidiano per milioni di persone in tutti i continenti. Secondo una leggenda tutto nacque in Etiopia, dieci secoli fa, quando alcune capre decisero di provare delle belle bacche rosse, succose, contenenti due chicchi verdi: erano bacche di caffè selvatico. Il consumo delle bacche rese le capre così attive, che per comprendere il mistero di quella trasformazione il loro pastore le portò all’Imam. Questi, per proibirne l’uso, gettò le bacche nel fuoco sprigionando un aroma straordinario e di fatto inventando la tostatura del caffè.
Oggi proprio una di queste ormai ex colonie, il Brasile, è di gran lunga il Paese maggior produttore di caffè al mondo, con i suoi 49 milioni di sacchi nel 2013. Al secondo posto un paese asiatico, il Vietnam, che negli ultimi 25 anni è passato da 1,5 a oltre 20 milioni di sacchi prodotti all’anno grazie alla spinta di progetti nazionali e internazionali che, per la verità, hanno puntato alla quantità e molto poco alla qualità del prodotto. I prezzi del caffè sono regolati dalla borsa di New York per la varietà arabica (la più coltivata, considerata la più pregiata e aromatica) e da quella di Londra per la robusta (la varietà che contiene più caffeina e che fornisce alle miscele il corpo) e sono soggetti a forti speculazioni e fluttuazioni. Nei primi anni 2000 una fortissima contrazione dei prezzi sul mercato internazionale ha messo a repentaglio la sopravvivenza di milioni di piccoli produttori in tutto il mondo, impotenti di fronte al mercato, nella gran parte dei casi in balia a intermediari locali. Mentre il caffè è il prodotto, dopo il petrolio, che genera il più grande giro d’affari nel mondo, la maggior parte dei suoi produttori faticano a sopravvivere coltivandolo.
Proprio dai primi anni 2000 Slow Food ha iniziato il suo lavoro in questo mondo affascinante, coinvolgente e spesso ingiusto: per dare dignità al lavoro dei produttori, per salvare e valorizzare caffè eccezionali e varietà dimenticate, per fare cultura circa il consumo del caffè buono, pulito e giusto. Così è iniziato il nostro viaggio con i Presìdi Slow Food del caffè. Dal Guatemala, al fianco dei produttori Maya di Huehuetenango, alla Foresta di Harenna, per riscoprire il caffè selvatico. Dall’isola di Ibo in Mozambico, dove abbiamo incontrato la minuscola e preziosa varietà racemosa, a Luwero, in Uganda, dove la robusta ha caratteristiche eccellenti. Tutti caffè presenti al Salone del Gusto e Terra Madre 2014. Il caffè. Semplici chicchi che racchiudono storie, territori, vite, sapori e aromi. Venite con noi e partite per questo viaggio avvincente. Il caffè dei Presìdi, lo potete trovare al bar dei Presìdi all’Oval2
A cura di Andrea Amato slowfood.it +INFO: www.salonedelgusto.it/viaggio-caffe/