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Sanpa è la docu-serie Netflix del momento, cinque puntate da guardare tutte d’un fiato che raccontano la storia della comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano e del suo fondatore Vincenzo Muccioli. Luci e tenebre su San Patrignano, una serie che sta letteralmente spopolando su Netflix e al tempo stesso sta facendo molto discutere per i suoi contenuti.

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La comunità si è subito dissociata sul racconto fatto dalla regia di Cosima Spender definito unilaterale, Letizia Moratti insieme alla sua famiglia principale finanziatore della Fondazione San Patrignano in questi quarant’anni ha parlato di occasione persa, Red Ronnie personaggio inserito tra i protagonisti di quegli anni ha gridato allo scandalo. Purché se ne parli verrebbe comunque da dire, senza voler dare giudizi sull’operato di Vincenzo Muccioli e dei suoi metodi narrati su Netflix salvando migliaia di ragazzi dalla schiavitù della droga, dalla fondazione sino all’anno della sua morte nel ’95 quando San Patrignano era diventata la comunità più grande in Europa, la nostra attenzione è su una delle tante luci che in Sanpa non viene trattata, ovvero l’eccellenza della produzione vitivinicola.

STORIA CANTINA Una casa in collina, un podere, una vigna. La storia della cantina di San Patrignano ha origine a fine anni ‘70 quando Vincenzo Muccioli decide di creare una comunità fondata sulla solidarietà. Le immagini dei primi anni sono polverose, quando si dormiva in roulotte e gli ospiti erano poche decine ma si intravedono già le vigne sullo sfondo nelle colline sopra Rimini. Negli anni i vigneti si estendono fino a superare i 100 ettari, la svolta arriva metà anni ‘90 con il vino che acquista valore e corposità, diventando un elemento centrale nel lavoro della comunità anche come metodo terapeutico. Il vino di Sanpa si trasforma in eccellenza del territorio per i ragazzi e diventa una sfida, un lavoro ventennale portato avanti insieme a uno dei più famosi enologi italiani come Riccardo Cotarella. Si impiantano nuovi vigneti, per primo Montepirolo con uve merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc e si rinnovano le vigne di sangiovese. Cresce la densità fino a 6.600 piante per ettaro, si punta su uvaggi internazionali come chardonnay e sauvignon blanc, varietà non certo autoctone ma che produrranno vini di successo nel mondo. Il Sangiovese di San Patrignano acquisisce la sua identità non solo da un punto di vista sociale, ma diventa riconoscibile per le sue caratteristiche di morbidezza con un tannino più levigato che piano piano si impone anche nel gusto dei consumatori.

GAMMA VINI Una linea di vini che si apre con gli spumanti.  Avenir, un metodo classico di chardonnay e pinot nero da 36 mesi sui lieviti e Start, una bollicina metodo charmat con uve bianche selezionate e una produzione importante di circa 100.000 bottiglie all’anno. Tra i bianchi l’Aulente Bianco, che nasce dall’uvaggio di due nobili varietà a bacca bianca come chardonnay e sauvignon blanc all’interno della denominazione IGT Rubicone e il Vie, un sauvignon blanc in purezza con vigneti sono esposti ad est verso il mare Adriatico che con la sua brezza mitiga il caldo clima estivo favorendo l’escursione termica e un’appropriata maturazione delle uve. La parte più importante dei vini di Sanpa è ancora tra i rossi, etichette come 1978, un vino che prende il nome dall’anno di fondazione della comunità di San Patrignano, emblema di ispirazione, coraggio e audacia che hanno guidato i fondatori a produrre un cabernet franc in purezza. La Spallata, un sangiovese in purezza senza solfiti aggiunti, un progetto innovativo, messo a punto da un gruppo di ricercatori denominato Wine Research Team, il Noi, una bottiglia di Colli di Rimini Rosso DOC che evoca la pluralità delle persone protagoniste che con passione e impegno consentono a San Patrignano di perseguire la sua missione.

NUOVO CORSO Il nuovo corso dei vini di San Patrignano è targato Luca D’Attoma, affermato enologo toscano classe ‘64, una consulenza importante nella conduzione della cantina dal marzo 2020 insieme a un gruppo di settanta ragazzi della comunità. San Patrignano non ha dimenticato il lavoro svolto in precedenza da Riccardo Cotarella, a lui è stata dedicata l’etichetta Ventanni per celebrare il profondo legame unico tra uno dei più importanti enologi italiani ai ragazzi di Sanpa. Oggi gli ettari vitati sono 105, le varietà coltivate sono sangiovese, cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, pinot noir, chardonnay, sauvignon blanc con forme di allevamento a guyot e cordone speronato. La produzione annuale mediamente si attesta su un numero intorno alle 600.000 bottiglie, distribuite sia in Italia anche grazie a  un efficiente sistema di acquisto di shop online e inserite nelle piattaforme di vendita sul web, presenti all’estero con una rete di distributori nei principali mercato mondiali. A tavola a San Patrignano all’interno dei grandi spazi della comunità al massimo un bicchiere a pasto, perché anche così si difende la luce di un’azione straordinaria impostata sul lavoro e sulla qualità di tanti ragazzi che trovano la salvezza della loro vita nella vite tra vigna e cantina.

 

INFO www.vinisanpatrignano.com

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