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Sei cose da sapere sull’Aperol Spritz, in vista delle riaperture


Con la bella stagione in arrivo, e un barlume di positività già minimamente avviato ieri, tornano a moltiplicarsi le opportunità per un aperitivo, sia esso da soli con un buon libro o in compagnia di amici (ma a debita distanza, almeno per ora). E nella mente di molti, un solo nome è al comando: Aperol Spritz. Aperol, prosecco, acqua gassata e una fettina d’arancia sono la formula semplice e perfetta: ma un paio di curiosità da scoprire ci sono ancora.

1 – L’APEROL È UN AMARO – Non lasciatevi ingannare dal tenute contenuto alcolico (11%): l’Aperol fa parte della famiglia degli amari, che sono generalmente riconducibili a digestivi dopopasto particolarmente corposi. Fu presentato a Padova all’inizio degli anni ’20, e nacque come aperitivo, con l’intento quindi di preparare lo stomaco per il cibo in arrivo.

2 – SPRITZ, OVVIAMENTE, NON HA ORIGINI ITALIANE – Dal 1805 al 1866 furono gli Austriaci a governare su Veneto e Lombardia: non amavano particolarmente l’acidità dei vini bianchi di quelle regioni, e avevano quindi l’abitudine di aggiungere uno spritzen, una spruzzata d’acqua ai loro calici per renderli più sopportabili. Da qui il nome del cocktail.

3 – PROSECCO, FORTISSIMAMENTE PROSECCO… – Figlio delle uve Glera, il principe della produzione e dell’export di Veneto e Friuli, e popolarissimo anche in territorio nazionale. Lo Spritz ha iniziato a formarsi e raccogliere proseliti non appena l’Aperol iniziò a varcare le soglie di Venezia: dall’inizio del ventesimo secolo, questo mix di amaro non troppo amaro, bollicine fruttate e acqua gassata è ormai il drink simbolo del territorio.

4 – …MA C’È PROSECCO E PROSECCO – Non andate a casaccio! Avrete sentito dire che “il Prosecco è dolce”, il che può essere vero, ma ne esistono varianti secche eccellenti. Brut Extra Brut sono le due diciture che dovrete andare a cercare per un assaggio più ruvido. Dry, che si traduce con “secco”, è in realtà la versione dolce. C’è da fare i compiti, ma ne vale la pena.

5 – HASTA GHIACCIO, SIEMPRE – Per quanto possa iscriversi alla categoria dei wine cocktails, lo Spritz dà il meglio di sé versato su ghiaccio. Bassa temperatura e diluizione sono le chiavi per ottenere il massimo dell’esperienza.

6 – È DIVENTATO FAMOSO GRAZIE A UN ALTRO APERITIVO ITALIANO – Gli aficionados ci sono sempre stati, perché il prodotto lo merita. Ma quando nel 2003 Aperol fu acquisita dal Gruppo Campari, potè iniziare a sfruttare lo stabilimenti che l’azienda milanese ha negli USA, registrando così un boom della produzione e del consumo. Nel 2019 Aperol è tra i best seller degli Stati Uniti, grazie al consumo facile sulla spiaggia californiana come sulla neve del Colorado. Lo Spritz non conosce stagioni.

fonte: liquor.com

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