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Innovazione e contaminazione tra GDO e fuori casa. Il valore dei brand è il titolo di un’inedita ricerca presentata a SAPORE 2011, la fiera dell’alimentazione extradomestica che Rimini Fiera organizza fino a domani, nell’ambito del GDO Buyers’ Day e firmata da Daniele Tirelli, Presidente di Popai Italia. “C’è una grande margine di sviluppo per la ristorazione veloce – ha detto Tirelli – tenuto conto che un italiano spende fuori casa all’incirca la metà di quello che spende per alimentarsi fra le mura di casa. Negli Usa, ad esempio, c’è già il pareggio fra queste due spese alimentari”. La ristorazione presente all’interno dei centri commerciali è ormai una realtà ed è già ben radicata nelle abitudini dei: circa l’80% del campione l’ha sperimentata, il 70% l’apprezza principalmente perché si può mangiare a tutte le ore e la metà dei consumatori valuta conveniente il prezzo. Per il 68% garantisce anche il risparmio di tempo e in sostanza quattro consumatori su dieci la frequentano ogni volta che è possibile.

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A questo punto, valutata la solidità dell’offerta, entra in campo la novità prospettata dalla ricerca

Funzionerebbe un ristorante col marchio dell’insegna della distribuzione?
Il 77% valuta che un ristorante a marchio Gdo praticherebbe prezzi più convenienti per promuovere il prodotto, il 34% ritiene che sarebbe una politica corretta per far provare la qualità della materia prima in vendita.Sono stati sottoposti i marchi più conosciuti della Gdo per capire quali avrebbero successo e generalmente sono tutti sopra al 50% dei consensi. Non mancano le sorprese perché i consumatori immaginerebbero positivi ristoranti con marchi anche non legati all’alimentare.”E’ la prova – ha detto Tirelli – di quanto spazio sia disponibile per nuove iniziative. Bisogna fare in fretta e bene, prima che dall’estero arrivino grandi catene a proporre formule nuove a cui noi non siamo abituati”.

E un prodotto alimentare potrebbe firmare efficacemente un ristorante?
Ecco un’altra prospettiva indicata dalla ricerca. L’88% dei consumatori sarebbe ben disposto a provare un ristorante col marchio di un prodotto alimentare ben conosciuto e addirittura il 68% è convinto che potrebbe anche preferirlo.Vale anche il contrario, ossia un marchio della ristorazione che firma un prodotto alimentare. Oltre il 50% dei consumatori ritiene che sarebbe un segno di responsabilità ulteriore sulla qualità proposta.

“E’ evidente la possibilità di nuove forme di offerta per la ristorazione veloce – ha concluso Tirelli – gli italiani sono già predisposti ad accogliere soluzioni che coniughino la fantasia alla efficienza del servizio rapido. Tanto che sono convinto che la ristorazione moderna sia seduta su un’autentica pentola d’oro”.

www.saporerimini.it; Project Manager: Orietta Foschi; servizi di comunicazione e media relation, Rimini Fiera SpA 0541-744.510 resp.: Elisabetta Vitali; coordinatore ufficio stampa: Marco Forcellini; addetti stampa: Nicoletta Evangelisti Mancini, Alessandro Caprio; media consultant: Cesare Trevisani, Andrea Cicchetti, Gaetano Belloni; Gabriele Pizzi

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