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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Birrificio Pløtegher con un’intervista a Matteo Plotegher ( www.plotegherbeer.com )
Fulmini e saette mi aspetto da Matteo Plotegher (il birrante) che a Besenello nel Trentino col fratello Stefano (il birraio) trasferisce tutta la sua focosa passione nel birrificio Pløtegher, con la ø per ribadire le loro radici legate ai Cimbri, antica popolazione scandinava e sarà Matteo stesso, valente suonatore di cornamusa, a spiegarcelo sicura- mente.
Come e perché avete iniziato la vostra avventura
La nostra passione per la birra si perde nella notte dei tempi… e non è un modo di dire.
Tutto parte dalla ricerca viscerale delle origini della propria minoranza etnica presente in Trentino Alto Adige, i CIMBRI… popolazione originaria dello Jutland in Danimarca discesa nel 100 a.C. prima in Baviera per poi in tempi più recenti stanziatasi sugli altipiani di Folgaria, Lavarone e nella ormai mitologica Luserna dove ancor oggi s’ode sovente parlar l’antica lingua volgare anche tra donne e bambini!
La ricerca storica inizia nel 1998, porta diritta a Ribe, l’antica capitale Vikinga in Danimarca e sfocia nel conoscere dei tipici abitanti del posto che si sentirono nostri fratelli… da li il Dono… la Musica, i Riti e non per ultima, la ricetta della bevanda magica degli antenati… la FESTARØL ancora prodotta da qualche donna in casa come voleva la tradizione…
Il tutto condito da tanta passione e voglia di esserci, essere vivi, protagonisti del ritorno, il ritorno delle cose vere naturali e senza compromessi e così nacque la nostra prima fanciulla alcolica, già pronta per il viaggio nel Valhalla, colei che rimase sola dal 1998 fino al 2015, prima in uno scantinato, poi al BIRRIFICIO PLØTEGHER in un impianto autoprodotto da Stefano e Matteo Plotegher per ricreare gli antichi difetti del tempo… la VALKIRIJA TRENTINA ora la chiamano!
Quali birre/birrai/ birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?
A dire il vero nel 1998 parlare di “Birra Artigianale” era inusuale e pochissimi all’epoca sapevano cosa fosse. Io cercavo le “Birre Buone”, per vicinanza ci recavamo spesso in scorribande motociclistiche nella Baviera meno inflazionata.“Kloster Andechs” era sicuramente l’abbazia che della Birra” Gabriele Rossaro abbiamo dato spettacolo tra monaci e laici facendo “Onore allo Spirito Italiano”… quello infiammabile chiaramente!
Poesia a parte la purezza e la semplicità di quei prodotti bevuti sul posto, a scadenza velocissima e senza chimica aggiunta ci folgorarono… creando un grosso “problema famigliare”… la “Passion Birraia”. Stefano Plotegher, ora il Birraio s’ammalò poco dopo di Luppolite acuta ed io Matteo Plotegher non smettei più di bere “Birre Buone” che al giorno d’oggi chiamiamo “Birre Artigianali”.
Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.
Se con partenza parliamo del lontano 1998 all’epoca provai ad affrontare più volte assieme all’amico Gabriele un’esperienza imprenditoriale, affidandoci ad esperti. UnionBirrai fu l’unico ente concreto che dopo corsi etc. ci fece con professionalità capire che i tempi per noi non erano ancora maturi!
Il mercato era inesistente, la burocrazia catastrofica, le normative arzigogolate e rocambolesche, gli investimenti importanti… voce del verbo continuammo per anni a farci la “Birra Buona” in casa!
Oggi chiaramente è tutto più facile, la Birra Artigianale è sulla bocca di tutti, si sta creando una cultura del “pago di più per bere bene e non voglio stare male”, ma chiaramente ora c’è la concorrenza e bisogna essere innovativi reattivi e mai scontati… Se sei bravo i clienti arrivano… Tanto di cappello a chi come Agostino Arioli, Teo Musso etc. ha avuto la forza e bravura di creare un mercato che non esisteva e a chi li ha sostenuti in questo riuscendo a modificare normative industriali per adattarle alle piccole realtà artigianali. UnionBirrai tra tutti necessita di un vigoroso plauso!
Avete qualche sassolino nelle scarpe?
Siamo gente di montagna e raramente portiamo le scarpe per dar spazio ai più adatti Scarponi creati per arrampicarsi sulle pareti scivolose e scoscese… Nessun sassolino pertanto, solo una grossa vescica da sfregamento… Odio chi oggi s’approfitta del lavoro fatto da altri spacciando prodotti artigianali laddove non lo sono ed usando marchi ingannevoli per confondere il consumatore, a questi auguro d’affogare nel tino dei lieviti andati a male!
Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?
Sempre avanti dicevano i vecchi! La cosa più bella è vedere il calore dei clienti, che ci sostengono. Fanno parte della nostra azienda, è come se fossero dei soci, i migliori Sponsor! Nelle prospettive future ci piacerebbe sbarcare all’estero tramite qualche importatore che creda veramente nel nostro progetto.
Ci stiamo approcciando al mondo degli “Amici Acidi” e non lo stiamo facendo da soli, ci stiamo facendo accompagnare ed aiutare da un Genio Vulcanico quale Mario Pojer della famosa Azienda Agricola Pojer & Sandri.
Cit. anonima: se incroci una Birra, un Vino, un Distillato e tanto altro molto probabilmente non sei su una stradina … ma bensì su uno stradone… news in arrivo nel 2020.
Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”.
Se fossi foco arderei il mondo, ma se fossi nato prima vorrei nascere Ken Grossman e fondare la Sierra Nevada Brewing Company (tra l’altro entrambi nasciamo con impianti autocostruiti artigianalmente: una bella soddisfazione farsi una Birra Artigianale con un Impianto Artigianale nato per le proprie esigenze).
Un saluto a tutti i lettori ed un grosso grazie a Lorenzo Dabove
+Info: www.plotegherbeer.com
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