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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Microbirrificio Opperbacco di Notaresco (TE) con una intervista al fondatore Luigi Recchiuti (www.opperbacco.it)
Possiamo definire, senza ombra di dubbio, Luigi Recchiuti, fondatore, nel 2009, del Birri- ficio Opperbacco di Notaresco, nel teramano, uno dei birrai più coraggiosi e dallo spirito libero che il nostro movimento può vantare. Queste caratteristiche da tutti riconosciute stridono con la sua timidezza e una sorte di idiosincrasia a voler stare sotto le luci della ribalta. Come fa questo pacato ex-agronomo abruzzese a regalarsi e regalarci birre così diverse, innovative che, a volte, risultano più ardite di quelle di più famosi e paludati “estremisti” americani e scandinavi? Inutile chiederlo a Luigi.
Come e perché avete iniziato la vostra avventura
Sono laureato in Scienze Agrarie e dopo diversi anni di lavoro come Agronomo, ho cominciato a cercare un lavoro che potesse appagarmi e soddisfarmi non solo economicamente e soprattutto che potesse darmi sempre nuovi stimoli ed è così che da homebrewer appassionato ho trasformato la mia passione in professione.
Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?
Nel 2002 aprii l’“Agripub Opperbacco” e poco dopo una distribuzione di Birre Artigianali. I viaggi in Belgio alla ricerca di birre mi hanno fatto entrare in contatto con i maestri di quel paese ed i loro grandi classici. Dalla loro tradizione ho tratto ispirazione per le mie prime produzioni aggiungendo ovviamente il mio tocco personale.
Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi
Secondo la mia opinione il birraio di 10 anni fa iniziava mosso da tanta passione anche con pochi soldi e riusciva a colmare questo “gap” con inventiva e creatività. Oggi ho l’impressione che il nostro mondo sia mosso molto più dagli interessi che dalla passione… ma forse questo è Il punto di vista di un “romantico” che sta un pò invecchiando.
Avete qualche sassolino nelle scarpe?
Le società con portafoglio “gonfio” che vedono la birra artigianale come una fonte di profitto.
Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?
L’amore per questo lavoro, la passione, la continua ricerca in un ambito mai noioso e la voglia di migliorare sempre quello che facciamo ormai da tempo.
Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”
L’Orval, una birra dalla facilissima bevibilità ma con una complessità unica.
A cura di Lorenzo Dabove in arte Kuaska
+Info: www.opperbacco.it
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