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“È Genziana, e come base vino c’è il Trebbiano d’Abruzzo, nel blend ci sono tre radici tagliate a mano, provenienti da tre differenti montagne, raccolte a tre diverse altitudini.”

 

Una ricetta dal gusto dolce in apertura con pixel amarognoli e ancora più dolci e amari nel finale che confermano esser con un player assoluto per completezza e territorialità. Ecco Scupozz,  una parola che nel gergo locale abruzzese viene usata per indicare lo “schioppare dei bicchieri”.

Da dove salta fuori? Dall’Abruzzo appunto, e c’era da aspettarselo da questa terra sospesa tra mare e montagne in cui perdersi in curve – ragionevolmente create per perdersi – così da poter dire essere stata una valida occasione per aver scoperto un storia, evidentemente compiente di una naturale vocazione della parte più montuosa della regione. Ben interpretata e raccontata da una istrionica Anna, padrona di casa che, ovunque tu la incontri, con la verve ti catapulta nel suo mondo fatto di contrasti e pungenze sempre abilmente arrotondante in liquori e amari che, dalla loro, oltre il packaging accattivante, hanno la bevibilità.

 

 

Scuppoz realizza prodotti artigianali in chiave – non v’è dubbio – moderna e di grande equilibrio ed espressività. La genziana è al centro ma anche la liquirizia. Nel prodotto embrionale dell’azienda, si tiene ancor l’etichetta storica per omaggiare, appunto, chi ha ha svelato al mondo in forma liquida la ricetta che hanno reso possibile la sperimentazione di prodotti (futuri) adatti alla mixology quali bitter e Vermouth. Ma dicevamo, tra amari e grappe, l’azienda è partita con i liquori nel 1982, Scuppoz rappresenta un invito a continuare la conoscenza. Proprio come accade con gli abruzzesi. Una festa, nella festa ogni giorno, che nel tempo è diventata un simbolo di una produzione costante di qualità realizzata a livello artigianale e familiare.

 

 

È Benito Cicconi che negli anni settanta mette a punto una prima ricetta a base di erbe ed infusi per poi fondare un’azienda già strutturata con laboratorio ed annesso punto vendita. La specializzazione nella Genziana, tipico liquore abruzzese, arriva con il figlio che ha voluto dedicargli un intero progetto nella regione dove, piantandola nelle sue terre, è il primo produttore nello Stivale a seguire l’intera filiera produttiva. E nel giro di qualche anno sarà il primo a produttore genziana in Italia, a 2000 metri. Un progetto che non passa in secondo piano, considerati i dieci anni di investimento necessari all’ottenimento per il primo raccolto.

 

 

Ma tra i protagonisti oggi e sempre c’è l’Amaro Scuppoz, amaro, appunto, ma solo nel finale, la cui etichetta è a firma del professor Marco Tullio che vede raffigurati i Monti Della Laga sullo sfondo ed il pastore abruzzese, parte per la transumanza. Un quadro che racchiude gli esordi dell’azienda che con Adriano, figlio di Benito, e ha portato alla ribalta liquori come la Ratafià, una crema, equilibrata un dolce mai stanco e mai pago, di donarsi, e la Liquirizia in purezza. Tra gli altri prodotti, degni di nota anche, l’Anice stellato, la cui parte dolce boschiva non solo rinfresca, ma dona un’unicità al prodotto che piace proprio per la sua identità e sapore nettamente radicato a questa terra il cui spirito è ancora selvaggio.

 

Info: www.scuppoz.it

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