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Se l’Australia e la Nuova Zelanda si stanno affermando come realtà vinicole in fortissima espansione, il Sud Africa conserva una nicchia già affermata da svariati anni. Le ultime tre stagioni si sono però rivelate piuttosto deleterie in termini di volume, a causa di una siccità estrema che ha generato un raccolto scarso e una resa ai limiti della sufficienza. La situazione tuttavia resta rosea, e l’osservatorio nazionale ha di che ben sperare.

 

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RECORD NEGATIVO – Circa un miliardo e mezzo di tonnellate d’uva sono previste per il raccolto sudafricano del 2019, secondo il SAWIS (South African Wine Industry Information & System): mai così poco negli ultimi quindici anni, dopo il miliardo scarso del 2005. C’è un retro della medaglia piuttosto importante: poca materia prima può essere un incentivo fondamentale per un prodotto di qualità altissima. Jim Clarke, Marketing Manager negli USA per Wine of South Africa, pensa positivo: “I frutti raccolti, seppure in numero esiguo, hanno beneficiato dall’essere sopravvissuti e promettono vino spettacolare. Quello che già abbiamo realizzato dimostra carattere ed espressività, una gran concentrazione di sapori e maturità fenolica. Per non parlare di un quasi perfetto bilanciamento tra zuccheri e acidi”.

POTENZA NAZIONALE – Il Sud Africa è l’ottavo produttore mondiale di vino, responsabile del 4% della realizzazione globale. L’industria enoica contribuisce con più di due miliardi e mezzo di dollari al prodotto interno lordo del paese, e conta più di 290.000 impiegati. Gli ultimi tre anni di siccità hanno messo la nazione di fronte a una sfida colossale, con terreno e viticoltori costretti a prendersi del tempo per riprendersi a dovere. Secondo Francois Viljoen di Vinpro, “la siccità si è prolungata anche dopo il periodo di raccolto, per cui gli agricoltori non hanno avuto la possibilità di implementare cruciali tecniche di irrigazione. Come risultato, le foglie sono cadute prima, e le vigne non hanno potuto accumulare le riserve necessarie, quindi la crescita dei frutti ne ha risentito”. Il 2019 racconta però di una storia dai due volti: “Una prima parte, fino a febbraio, senza problemi, con ottimo clima e qualità del frutto. Una seconda più difficoltosa, con una maturazione lenta dopo un periodo di freddo e pioggia a marzo”. Viljoen sostiene che acini più piccoli abbiano una maggiore concentrazione di sapore e struttura, per vini di maggiore personalità.

CARTINA GEOGRAFICA – Dieci le regioni sudafricane in cui si produce vino. Breedekloof, dove il raccolto è stato finora simile al 2018, sebbene un periodo non uniforme abbia reso difficile la maturazione. Cape South Coast, meno colpita dalla siccità rispetto alle altre, e che promette un raccolto minimo ma di qualità eccezionale. Klein Karoo, disastrata dalla siccità e con raccolti anche inferiori ai due anni precedenti. Northern Cape, un buon 2019, con maggiori volumi per ettaro e ottima resa. Olifants River, appena uscita da un record negativo nel 2018, e destinata a un raccolto altrettanto esiguo. Robertson, che registra un significativo decremento nel volume ma una qualità ancora elevata. Paarl, in ripresa, ma ancora sofferente per la siccità, così come Stellenbosch. Swartland, con volumi in risalita e qualità promettente, dopo un raccolto 2018 estremamente contenuto. Worcester, che ha realizzato un raccolto enorme rispetto alle previsioni, mantenendo una qualità media apprezzabile.

fonte: beveragedaily.com

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