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Se oggi pronunciamo ShowRUM, ormai non ci viene in mente solo il gioco di parole geniale che è stato fatto per dare il nome a una manifestazione di livello assoluto. Lo ShowRUM 2017 – Italian Rum Festival, l’evento italiano dedicato al rum e ai distillati di canna da zucchero, è appena finito.

Leonardo Pinto a ShowRUM 2017 - foto di Alberto Blasetti
Leonardo Pinto a ShowRUM 2017 – foto di Alberto Blasetti

I numeri parlano di 50 paesi coinvolti, 8.000 partecipanti, 400 etichette e 7.000 litri di rum versati. Un vero spettacolo del RUM, non c’è dubbio, per chi se lo fosse perso, ma anche per chi è andato, noi Beverfood.com abbiamo voluto fare due chiacchere con Leonardo Pinto, l’ideatore della manifestazione, fondatore del progetto Isla del Rum e uno dei maggiori esperti italiani di rum.

 

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5 anni fa la prima edizione di ShowRUM. Perché tra tutti gli spirits ti sei interessato proprio al Rum?

Non ho scelto il rum, è il rum che ha scelto me, è stata un’affinità elettiva. Ho assaggiato questo distillato e me ne sono innamorato in modo viscerale circa vent’anni fa. Da allora, come in tutte le vere passioni, non ho mai smesso di ricercare informazioni, di visitare i luoghi in cui viene prodotto e di cercare di comprendere al massimo uno spirito che per me ha un fascino e una storia unici. Oggi, a distanza di due decadi, nonostante abbia creato un portale sul rum – Isla de Rum appunto – con l’intento di condividere la mia passione, e abbia dato vita ad una manifestazione di risonanza internazionale come ShowRUM, ancora mi emoziona un sorso di rum nel bicchiere, esattamente come mi emozionava all’inizio. Isla de Rum e ShowRUM, ognuno nella propria forma, sono la semplice conseguenza della voglia di trasmettere la passione, la cultura e la storia di questo distillato.

 

Quali sono state le novità più importanti di quest’anno di ShowRUM?

Tante novità, sicuramente le nuove etichette a ShowRUM non sono mancate, con alcune chicche provenienti da ogni area geografica, una manifestazione che ha saputo raccogliere oltre 70 brand. Ma soprattutto è stata la conferma di una manifestazione che per certi versi è riuscita a fare da precursore alle tendenze di mercato e che cerca di trasmettere informazione e cultura del prodotto.

ShowRUM 2017 – foto di Alberto Blasetti

 

 

Parliamo di trend di mercato: rum in miscelazione o come distillato da degustare liscio?

Il rum in miscelazione, nonostante i prodotti bianchi siano generalmente soggetti a mode, basti pensare ai corsi e ricorsi storici degli ultimi decenni che hanno visto avvicendarsi come prodotti di punta la tequila, il gin, la vodka e il rum, resta comunque uno dei distillati più in vista. Il trend di mercato che invece vede il rum sempre più come un distillato da meditazione, da degustazione, è la vera rivoluzione degli ultimi anni, coadiuvata da una crescente attenzione anche da parte dei produttori nel realizzare rum di altissimo livello.

 

Si parla molto dei Millenials, come vedi il rapporto delle nuove generazioni con il rum?

Sicuramente molti ci si avvicinano al banco bar, attraverso la miscelazione, ma è sempre crescente la percentuale di giovani che si avvicinano al rum in modo attento e considerando il distillato come tale, alla stregua di brandy e whisky, prima ancora che un semplice ingrediente dei loro drinks.

 

Un consiglio per i barman per una carta dei rum perfetta?

Io non credo nelle standardizzazioni, per cui sono il primo a promuovere carte dei distillati che abbiano attinenza con il tipo di clientela e il tipo di locale. È però fondamentale la conoscenza che il barman deve avere di questo distillato per poter creare lo scheletro della propria carta e incasellare correttamente in questo i vari rum. Una carta ragionata necessita di una bottigliera ragionata, e quest’ultima è possibile solo avendo piena consapevolezza delle sfaccettature che ha il mondo del rum.

 

Dacci qualche chicca o curiosità sul rum per i nostri lettori?

George Washington fece la sua campagna elettorale offrendo rum alla gente intervenuta al termine dei propri comizi e questo lo legò al rum, nonostante non fosse né un produttore né un commerciante. Quando la tassazione su melassa e rum divennero soffocanti per il New England molti dei grandi commercianti si rivolsero proprio a George Washington per rappresentare il malessere sociale ed economico. Fu la scintilla che esplose poco tempo dopo nella Guerra di Indipendenza americana. Possiamo quindi dire che l’indipendenza americana tutto sommato ha nel rum uno dei sui cardini!

 

Progetti futuri?

Ricominciano in tutta Italia gli appuntamenti del Rum Master, un piano formativo in due livelli, per un totale di quattro giorni, unico nel suo genere. Inoltre ricomincerò a viaggiare ed è stato già fissato il prossimo viaggio studio ai Caraibi per quest’anno, a marzo 2018 in Martinica alla scoperta dei rhum agricole. E stiamo già lavorando alla prossima edizione di ShowRUM, il prossimo 7 e 8 ottobre 2018, mancano solo 360 giorni, il countdown è gia iniziato.

 

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ShowRUM: www.showrum.it/
Isla del Rum: www.isladerum.com/

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