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Negli ultimi anni la produzione e il consumo di birra sono cresciuti nel mondo con tassi intorno al 2 – 3 % annuo, mediando tra andamenti statici o negativi nelle regioni che hanno già raggiunto elevati livelli di consumo pro-capite (Oceania, Europa Occidentale e Nord America) e andamenti in forte sviluppo nelle regioni che hanno più bassi consumi pro-capite (Asia ed Europa dell’Est). Europa ed America, pur rappresentando solo un quarto della popolazione mondiale, assorbono oltre due terzi della produzione totale di birra, con consumi pro-capite pari a 2-3 volte la media mondiale. Il primato continentale dei consumi pro-capite spetta all’Oceania (86 litri) che, tuttavia, in considerazione della ridotta popolazione (solo 25 milioni di abitanti), rappresenta una entità modesta sullo scacchiere internazionale della birra. L’Asia, con circa il 60% della popolazione mondiale ed appena 11 litri di consumo pro-capite, rappresenta il continente più promettente in termini di sviluppo prospettico, mentre l’Africa rimane per il momento in posizione marginale (4,5% del totale mondiale).

PRODUZIONE MONDIALE BIRRA PER CONTINENTE 2003

(*) Turkey enclosed Fonte/Source: The Barth Report

I primi 10 paesi produttori, assorbono oltre due terzi della produzione globale di birra. Al vertice di questa classifica si è da poco insediata la Cina che con una produzione di 254 milioni di hl ha ormai superato, gli USA (232 milioni di hl.). Il continente americano, oltre agli USA, annovera altre due grandi mercati nazionali, Brasile e Messico, rispettivamente con 82 e 66 milioni di hl prodotti. In Europa svetta da sempre la Germania (106 milioni di hl prodooti), seguita dalla emergente Russia (73 milioni di hl), dalla tradizionale Gran Bretagna (58 milioni), dalla Spagna (31 milioni) e dalla Polonia (27 milioni).

Il quadro competitivo mondiale è caratterizzato da un intenso processo di concentrazione. Secondo le stime del Barth Report, i primi 40 produttori mondiali di birra assorbivano nel 2003 i quattro quinti della produzione totale; in quest’ambito i primi 10 gruppi rappresentano ormai oltre il 50% della produzione mondiale. Dopo la recente fusione tra il gruppo europeo Interbrew e la sud-americana Ambev si è creato un nuovo mega-gruppo (INBEV) che ha ora conquistato il vertice della graduatoria mondiale. Segue il colosso USA Anheuser Busch e quello afro-americano SAB Miller che recentemente ha acquisito in Italia il gruppo Peroni.. I gruppi europei Heineken e Carlsberg si collocano al 4° e 5° posto.. Al sesto posto della classifica si è insediato recentemente un nuovo gruppo americano, nato dall’integrazione della statunitense Coors e della canadese Molson. Nella classifica dei primi 10 gruppi si collocano anche Modelo-Corona (primo produttore messicano), la cinese Tsingtao, la Scottish & Newcastle e i giapponesi della Asahi.

 

EUROPA


L’ Europa è il continente dove più antica e consolidata è la tradizione produttiva e di consumo della birra. Secondo le valutazioni dell’Associazione Europea dei Birrai (The Brewers of Europe), nel 2003 l’Europa Occidentale ha prodotto 319 milioni di ettolitri di birra e ne ha consumato un po’ meno (298 milioni di hl), grazie al fatto che la bilancia commerciale evidenzia un saldo netto di oltre 20 milioni di hl. Il settore viene considerato in piena maturazione, con i consumi in lenta diminuzione, mentre la produzione si sforza di mantenere i suoi volumi, grazie ad un maggior sviluppo dell’esportazione.

PRODUZIONE E CONSUMI DI BIRRA NELL’EUROPA OCCIDENTALE

Fonte: The Brewers of Europe

Il 2004 ha registrato una ulteriore perdita dei consumi dell’1,5% in volume. Il consumo pro-capite è stimato intorno ai 75 litri annui; dieci anni fa era di oltre 80 litri. Rispetto alle altre categorie del bere freddo, le birre si collocano al terzo posto nella classifica dei consumi europei, dietro alle acque confezionate (113 litri) e alle bibite (91 litri – piatte + gasate).

CONSUMI PRO-CAPITE BIRRE IN EUROPA –2004

Fonte: The Brewers of Europe

La birra entra in competizione di consumo soprattutto con le altre bevande alcoliche, in primis il vino; non a caso nei principali paesi a forte consumo enologico (come Francia, Italia, Portogallo, Grecia, ma anche Svizzera) si registrano consumi pro-capite di birra largamente inferiori alla media europea, mentre i più elevati consumi pro-capite di birra si registrano nell’Europa anglosassone e in quella tedesca. Spagna e Belgio riescono, invece, a conciliare buoni livelli di consumi brassicoli con buoni livelli di consumi enologici.

Negli ultimi anni sono enormemente cresciuti i consumi di nuove categorie di bevande con gradazione alcolica simile a quella della birra: i cosiddetti “alcolici pre-mix” o “alcopop”, ottenuti dalla miscelazione di liquori e acquaviti con acque, bibite e succhi. Queste nuove bevande entrano in competizione diretta con le birre, soprattutto nella classe dei consumatori “giovani”. A loro volta molti produttori di birra hanno sviluppato nuove bevande: i c.d “beer coolers” o “beer mix” ottenuti dalla combinazione di birra con bibite o succhi, con una gradazione alcolica contenuta, sostanzialmente al livello delle birre light. Inoltre molti produttori hanno lanciato “birre aromatizzate” ai liquori e alle acquaviti, in genere con gradazioni superiori alle birre normali.

ITALIA


Nonostante i bassi consumi pro-capite, l’Italia rappresenta in dimensione il quinto mercato dell’Europa Occidentale. Secondo le valutazioni di ASSOBIRRA nel 2004 la produzione nazionale è scesa del 3,7% portandosi a 13,2 milioni di ettolitri. Le importazioni sono ulteriormente cresciute portandosi a circa 4,9 milioni di ettolitri mentre l’export si è consolidato intorno a 850.000 hl. I consumi interni sono quindi valutabili in 17,2 milioni di ettolitri.

IL MERCATO DELLA BIRRA IN ITALIA

Il 2004 non è stato un anno favorevole, sia per una evoluzione climatica negativa rispetto al 2003, sia per le difficoltà della nostra economia che hanno comportato una evidente caduta dei consumi fuori casa, che per il settore birraio rappresentano una quota consistente del totale volumi consumati. In questo contesto l’aver contenuto la perdita dei consumi all’1,5% rispetto al 2003 è visto come un fatto incoraggiante. In realtà l’Italia è l’unico mercato U.E. dove i consumi di birra sono cresciuti ininterrottamente, anche se lentamente, negli ultimi anni, con le sole eccezioni del 2002 e 2004, derivanti in gran parte dall’avversa situazione metereologica.

In termini di consumi il mercato italiano della birra si caratterizza come segue:

· consumatori prevalentemente giovani (dai 15 ai 34 anni), in contrapposizione alle classi più adulte, orientate prioritariamente al vino;

· consumo effettuato nelle occasioni fuori pasto (soprattutto la sera) ed in occasione di pasti irrituali e informali (es. con la pizza, al pub e in birreria);

· stagionalità elevata (quasi il 50% della birra è consumata nei quattro mesi estivi).

· prevalenza delle birre standard bionde e a bassa fermentazione, ma con una crescente propensione verso birre premium e specialità;

In rapporto al totale dei consumi interni, l’Italia è il paese che ricorre maggiormente alle importazioni (ben il 28% del totale consumi). Si tenga, inoltre, conto che in Italia si producono (su licenza delle case madri) diverse importanti marche estere (Heineken, Henninger, Tuborg, Carlsberg, Bud/Budweiser, Kronenbourg, Miller, ecc.) per un totale di oltre 3 mio hl. Se considerano nell’assieme questi volumi e quelli dell’import, possiamo dire che quasi un bicchiere di birra su due consumato dagli italiani fa riferimento a marche estere. Quindi non c’è dubbio che l’Italia, in materia di birra, è il paese più esterofilo d’Europa. Oltre la metà delle importazioni proviene dalla Germania, che negli ultimi anni ha continuato a guadagnare quota sulle altre nazioni, grazie all’immagine qualitativa che questo paese ha saputo conquistarsi sul nostro mercato e ai notevoli sforzi di marketing da parte dei principali produttori tedeschi.

I consumi domestici rappresentano quasi il 60% del totale quantità, mentre quelli fuori casa rappresentano il 40%. A valore, tuttavia, prevalgono i consumi extra-domestici in considerazione del fatto che nei locali di somministrazione la birra viene esitata a prezzi euro/litro molti più elevati di quelli praticati nei canali della moderna distribuzione.

Secondo le valutazioni ASSOBIRRA il sistema produttivo italiano fa riferimento a otto società birrarie nazionali che gestiscono 17 impianti produttivi, ubicati in diverse regione del Nord e Sud Italia, che danno lavoro a 20.050 persone, tra occupati diretti e indiretti. Secondo le rilevazioni della BEVERFOOD, le aziende straniere che esportano i loro prodotti sul mercato italiano sono oltre 200, nella stragrande maggioranza dei casi europee, ma con importanti marche provenienti anche dall’America Latina e dall’Est Asiatico.

A fronte di questa notevole numerosità di operatori si può tuttavia rilevare un buon livello di concentrazione: i primi quattro gruppi birrai, (Heineken Italia, Peroni/Sab Miller, Carlsberg Italia e Interbrew Italia) assorbono oltre il 70 % del totale mercato italiano.

QUOTE DI MERCATO PRODUTTORI ITALIA

Fonti: Annuario Birre Italia BEVERFOOD

Va infine sottolineato il fatto che in questi ultimi anni in quasi tutti i paesi europei è scoppiata la moda delle microbirrerie e brew-pub, che in Italia, secondo le ultime rilevazioni BEVERFOOD, hanno ormai raggiunto la soglia di 130 unità, con una produzione annua che può essere stimata intorno ai 60.000 hl l’anno. Altrettanto sorprendente è il mondo dell’home brewing che in Italia vede all’opera una comunità di ben 10.000 birrai casalinghi.

Per saperne di più – info more

www.simei.it

 

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