Il settore della distillazione artigianale sta vivendo una vera e propria rinascita, un fenomeno partito dagli Stati Uniti che ha visto, in circa vent’anni, la nascita di quasi tremila distillerie.
L’Europa, forte della sua lunga tradizione di distillazione, si è unita al trend con qualche anno di ritardo, ma con notevoli risultati. L’Inghilterra, tradizionalmente dominata da pochi grandi produttori, ha ora superato la Scozia per numero di distillerie attive, con oltre duecento strutture prevalentemente dedicate alla produzione di gin. La Francia, con una partenza discreta, ha aggiunto decine di nuove distillerie, tra cui oltre cento producono whisky, rafforzando ulteriormente il proprio settore distillatorio.
In Italia, dopo anni di stallo, il mercato sta registrando un significativo fermento: sono infatti attive o in fase di apertura circa trenta nuove distillerie, con una previsione di venti nuove aperture ogni anno per i prossimi cinque anni.
Molte distillerie storiche stanno inoltre ampliando la propria offerta con nuovi prodotti come il whisky. Il mercato dei distillati premium ha dimostrato di essere resiliente a ogni tipo di crisi economica, come testimonia il boom americano iniziato proprio nel periodo 2006-2007, in piena crisi finanziaria globale. Studi internazionali indicano un incremento del valore globale del settore spirits del 25% annuo tra il 2020 e il 2024, una tendenza che sta trovando conferma anche in Italia.
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