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La solidità di Andrea Alfieri al Grand Royal di Courmayeur


Nel più chiacchierato albergo della vallée non si può certo dire che mancano le proposte gourmet. Adatte a tutte le tasche e per tutti i tipi di target anche quelle proposte in questa stagione estiva appena iniziata. E quando si tratta di formulare nuovi menu Andrea Alfieri, executive chef per il Bistrot e il ristorante Grand Royal, deve fare i conti dei piatti partendo dalle materie prime, certamente, ma anche con la clientela, prestando attenzione a rispettare i gusti classici e territoriali proponendo ogni giorno, con un menu diverso qualche curiosità. A prezzi competitivi poi, il che non guasta. Anzi è motivo per non uscire dall’hotel, se si è ospiti, o per provare la cucina se si è di passaggio o in vacanza. Perché i soggiorni sono lunghi, famiglie e coppie senior vogliono costanza, equilibrio e sicurezza. Anzi, diciamolo pure, tutti in realtà. E in Alfieri c’è tutto questo.

 

 

Affianca il lavoro più glam ed artistico di Griffa da un anno e in questa sua decisione di accettare la sfida di condivisione degli spazi vince, stravince la sua solidità. Caratteristica di chi ha una visione d’insieme grazie agli anni di esperienza – e non parlo solo in cucina – ma umana. E imprenditoriale. Già, perché dopo aver frequentato l’Istituto Alberghiero Vespucci di Milano Andrea mette in pratica gli studi nei ristorante Savini e Biffi di Milano a cui segue la collaborazione come docente al Culinary Institute School of America che lo porteranno allo Yar di Milano, poi Mozart Banqueting e consulente dell’Hotel Miramonti di Madonna di Campiglio dove ci resterà a lungo ma al Majestic Mountain Charme Hotel e Alpen Suite.

 

 

Dopo la parentesi e la stella mancata a “Il Sempione42” continua a dirigere cucine d’alberghi e nel tempo libero, probabilmente perché il suo desiderio di avere un luogo tutto suo non si placa, apre Il Chiostro di Andrea. E al suo fianco c’è sempre la moglie. I trent’anni di lavoro, di esser coppia al servizio, prima che di se stessi, per gli altri, si celebra in ogni boccone: centrato, gustoso con elementi mai in collisione. Nella cornice del Grand Royal oltre a tutti i menu e pochissime ore d’aria, ad Alfieri è affidato il compito di preparare anche i piatti per tutti i dipendenti (87 in totale) di cui 22 solo sotto di lui. Siamo davanti a uno chef devoto alla vita lavorativa e con senso della misura. Che a vederlo in sala dopo il pranzo sembra un po’ il papà della brigata tutta. La bellezza è poi nel racconto del suo menu “L’Estate secondo me”.

 

 

L’unico ipotizzato per sentirsi liberi e far viaggiare il commensale nel cielo con un paracadute o in mongolfiera – scegliete voi – ma la sensazione è proprio quella di chi riesce ad osare, legge il territorio, lo comprende e ne fa opere d’autore, ragionate e ricercate. Da provare il risotto, il salmerino alpino ma anche il foie gras. O anzi, per togliersi lo sfizio, è meglio ordinare il menu completo. Per chi deve sceglierne uno dal menu territoriale, il vitello in lenta cottura con purea di patate alle ortiche e tartufo racchiude tutta l’esperienza in Valle d’Aosta. Con punti di acidità è preciso e con un bilanciamento semplicemente perfetto. Sapori veri che rimbalzano in immagini di bosco e di prati. Di natura e benessere.

Foto @Davide Dutto

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