Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie/privacy policy. Se non sei d'accordo sei libero di lasciare Beverfood.com. Premi "ho compreso" per nascondere il messaggio.

LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLE ATTIVITÀ DI CARLSBERG ITALIA


La rivoluzione del nuovo sistema di spillatura con fusto in PET realizzata da Carlsberg Italia rappresenta il punto di partenza di un nuovo modo di bere birra all’insegna della qualità e della freschezza. Al contempo è una svolta decisiva nel percorso di sviluppo sostenibile intrapreso da Carlsberg sin dalla sua fondazione. Carlsberg ha dimostrato, infatti, dalle origini della sua storia, di avere nel DNA una visione ben chiara e radicata di sviluppo sostenibile, operando in quest’ambito ben prima che temi come la responsabilità sociale o la green economy fossero teorizzati. Il modello imprenditoriale di Carlsberg è stato innovativo e responsabile sin dalle origini: “un’azienda oggi può perseguire una crescita sostenibile a partire dalle sue basi, dove la ricerca, in tutte le sue espressioni, gioca un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo e innovazione. L’intento di Carlsberg è perseguire la sostenibilità in ogni passaggio della catena del valore, dalla logistica alla produzione: per noi è un percorso già iniziato e continuamente in corso” ha dichiarato Alberto Frausin, A.D. Carlsberg Italia.

Lo stabilimento di Induno Olona, sede del Birrificio Angelo Poretti, ne è il perfetto esempio. La scelta stessa del luogo in cui far nascere la fabbrica non fu infatti casuale: per la produzione della sua birra, Angelo Poretti voleva utilizzare esclusivamente la purissima acqua della Valganna che ancora oggi costituisce uno dei ‘segreti’ delle birre che nascono nello stabilimento di Induno Olona. L’efficienza e la sostenibilità dello stabilimento, che tra gli anni ’10 e ’20 del secolo scorso ha visto la realizzazione di lavori di ampliamento e ristrutturazione che si estendevano dall’attuale sede sino alla torre dell’acqua, sono note ancora oggi. La certificazione ISO 14001 che lo stabilimento detiene, infatti, definisce la politica ambientale dell’azienda volta a prevenire l’inquinamento, minimizzare gli effetti sull’ambiente legati ai processi produttivi e ottimizzare l’utilizzo delle risorse naturali. Carlsberg in quest’ottica è intervenuta agendo nelle diverse fasi del processo produttivo, all’interno del quale il riscaldamento ed il raffreddamento del prodotto sono i momenti che comportano il maggiore dispendio di energia. Anche nell’ottica di ottimizzazione energetica, Carlsberg ha realizzato vari interventi utili a migliorare le performance degli impianti e grande attenzione è stata concentrata sui due impianti che producono il caldo e il freddo. Nella centrale termica le caldaie sono state rese più efficienti riducendo la dispersione termica e quindi il consumo di combustibile; nella centrale frigorifera è stato migliorato il ciclo del freddo riducendo il consumo di energia elettrica. La nuova sala di cottura inoltre è stata dotata di un moderno sistema per il recupero del calore durante la fase di bollitura che consente un sostanziale risparmio di energia ed immissione di vapore in atmosfera.


Per quanto riguarda la fase di imbottigliamento e confezionamento, lo snodo decisivo è invece rappresentato dall’efficienza dei macchinari per cui risulta fondamentale il controllo costante dei consumi. L’installazione di nuovi contatori delle utilities (energia elettrica, vapore, acqua e anidride carbonica) assicura un controllo costante e continuo e permette interventi migliorativi immediati ed efficaci. Un ruolo importante l’ha avuto inoltre l’installazione del sistema di controllo dell’efficienza produttiva in linea. Il progetto della nuova linea di confezionamento si è basato sul concetto LEAN Manufacturing che consente massima flessibilità e riduzione dei tempi di cambi formato. Grazie all’insieme di questi interventi, negli ultimi anni le emissioni di CO2 sono state ridotte del 25%, mentre l’impiego di acqua, energia e riscaldamento si è ridotto del 20%. Da un punto di vista più strettamente legato al prodotto, nella recente storia di Carlsberg, un’importante innovazione nello sviluppo delle metodologie produttive è stata segnata dal nuovo orzo Null-Lox. Una scoperta d’indubbio impatto su tutto il settore: partendo dall’individuazione nel 1883 della prima cellula pura di lievito, il Saccharomyces carlsbergensis, il Carlsberg Research Centre ha studiato in modo continuo come perfezionare il prodotto birra, partendo dalle materie prime, fino a giungere a produrre il Null-Lox, che è in grado di garantire alla birra un gusto perfetto e più stabile nel tempo. Il nuovo orzo non OGM – a oggi utilizzato esclusivamente nei prodotti Carlsberg – è frutto di una ricerca decennale e presenta molteplici vantaggi: permette di ottenere un prodotto più fresco, più gradevole, con una schiuma migliore, che si conserva più a lungo, che viene coltivato con un ridotto impiego di fertilizzanti e che richiede meno calore nella fase di maltazione.

Il percorso sostenibile di Carlsberg è poi proseguito nel 2010 con la ricerca che Carlsberg Italia ha intrapreso con IEFE – Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente dell’Università Bocconi – un percorso di analisi del ciclo di vita delle birre Carlsberg e Tuborg con l’obiettivo di valutarne gli impatti ambientali associati agli scenari di produzione, confezionamento e distribuzione tramite fusti tradizionali in acciaio, fusti in PET e bottiglie in vetro.Questa analisi ha portato all’ottenimento, nel gennaio 2011, della prima Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD – Environmental Product Declaration) di una birra. L’EPD è uno strumento di comunicazione delle performance ambientali di un prodotto, basato sulla metodologia LCA che consente un confronto con altri prodotti equivalenti. Dallo studio effettuato emerge che la soluzione basata sull’impiego dell’innovativo fusto in PET è vincente sotto il profilo ambientale per i seguenti motivi:

…la spillatura avviene tramite l’applicazione di una pressione di aria esternamente al fusto, a differenza della classica spillatura tramite bombole di CO2, il che riduce drasticamente la carbon footprint del prodotto;

migliora la qualità del prodotto, che non viene in contatto con CO2 esterna durante la spillatura;

…si allunga la vita utile del prodotto, sia in magazzino che a fusto aperto, riducendo in questo modo gli sprechi;

…il peso della materia prima utilizzata per il fusto è ridotto al minimo (poco più di 200 g di PET per un fusto da 20 litri, rispetto agli 8 kg di acciaio di un fusto tradizionale da 25 litri e ai 200 g di vetro per una bottiglia da 33cl);

…il sistema dei fusti a perdere comporta una drastica riduzione dei trasporti su gomma e la dimensione del fusto consente di ottimizzare il carico dei mezzi che consegnano la birra, con un conseguente aumento degli ettolitri trasportati per ogni viaggio;

…il modulo di lavaggio con compressore integrato contenuto nel sistema Modular20, consente un lavaggio automatico e in autonomia, permettendo un abbattimento degli sprechi di birra legati al lavaggio dell’impianto.

Carlsberg Italia è dunque oggi la prima azienda birraria a livello mondiale ad aver conseguito una Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) da parte dello IEC (International EPD Cooperation) nell’ambito del sistema internazionale EPD® (in allegato tutte le informazioni). Per questo, quindi, spetta oggi a Carlsberg Italia il compito di proporre e definire le regole per la categoria di prodotto “birra”, ovvero le Product Category Rules (PCR), regole metodologiche specifiche da applicarsi nella predisposizione di una EPD per una determinata categoria di riferimento di prodotti. E’ attualmente in corso, infatti, una ‘Open Consultation’ con le parti interessate e gli stakeholders di riferimento ai quali Carlsberg Italia ha chiesto di proporre eventuali commenti e suggerimenti al proprio testo di definizione delle regole…ma questo sarà un altro capitolo in questa lunga storia ‘verde’ firmata Carlsberg Italia. Come detto, l’ottenimento della certificazione EPD nel gennaio 2011 non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza in ottica di miglioramento continuo. Per verificare le migliori performance ambientali del sistema che utilizza il fusto in PET, Carlsberg ha intrapreso un percorso di estensione dell’utilizzo della tecnologia innovativa e dello strumento EPD a nuovi marchi. Proprio per garantire quella fondamentale attenzione all’intera catena del valore che è tipica di Carlsberg, in occasione del rinnovo della Dichiarazione Ambientale del Prodotto a valle dell’approvazione delle Product Category Rules, le birre oggetto di EPD verranno ampliate dalle attuali Carlsberg e Tuborg alle birre del marchio nazionale Birrificio Angelo Poretti (Originale Chiara, Bock Chiara, Bock Rossa).

+info: Edelman – – Carlsberg Italia 02 93536940 –

news di collegamento:
CARLSBERG ITALIA LANCIA UN NUOVO SISTEMA DI CONFEZIONAMENTO ED EROGAZIONE DELLA BIRRA ALLA SPINA
www.beverfood.com/carlsberg-italia-sistema-confezionamento-erogazione-birra-spina

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Condividi:

Iscriviti alla Newsletter



VIDEO DA BEVERFOOD.COM CHANNEL

©1999-2024 Beverfood.com Edizioni Srl

Homepage
Informazioni Societarie/Contatti
Pubblicità sui mezzi Beverfood.com
Lavora Con Noi
Privacy