E’ scattata la mania delle bollicine. Vini spumanti da bere tutto l’anno, ma è l’estate il periodo ideale per degustare un bel metodo classico italiano. Lunedì 4 giugno siamo stati alla quinta edizione della Sparkling Classic Summer, organizzata da Ais Milano nell’elegante cornice del The Westin Palace Milano. Tante le eccellenze in sala, una bella selezione di produttori di Metodo Classico provenienti da tutta la penisola.
Perchè l’Italia si sta confermando patria di bollicine, una produzione che non ha nulla da invidiare ai cugini francesi che rimangono comunque ancora gli indiscussi protagonisti del metodo champenoise. Molte presenze in sala, sommelier milanesi e lombardi alla vigilia delle elezioni in programma sabato 9 giugno che promettono di essere spumeggianti. Ma concentriamoci su questo banco d’assaggio, delle tante denominazioni e uvaggi dediti alla spumantizzazione ci siamo concentrati su sei vini che vi consigliamo da bere sotto l’ombrellone, o forse sarebbe il caso di dire sotto l’ombrello visto che la bella stagione non sembra ancora aver trovato stabilità in questo 2018.
NorEma Rosé Pas Dosé Millesimato- Calatroni
Iniziamo con una novità di rilievo in casa Calatroni, che porta sempre delle belle conferme in assaggio. Questa volta però in Oltrepò Pavese hanno fatto qualche cosa di super. Hanno lanciato un 90 mesi di affinamento sui lieviti, una prima assoluta che vuole diventare una chicca con una produzione di circa 1.000 bottiglie. Pinot nero in purezza, un Blanc de Noir che viene da una vigna sola nella zona di Montecalvo Versiggia a circa 530 metri di altezza sul livello del mare. Un vino che non teme il passaggio del tempo, freschezza intatta data dalla bella acidità del Pinot Nero, paragonato a due campioni come Roger Federer e Valentino Rossi che mantengono intatta la loro classe a dispetto della carta d’identità.
Brut Nature- Cà Rovere
Una bella realtà Ca’ Rovere, ci colpisce per l’attenzione alla qualità e al rigore del metodo classico. Siamo nel piccolo borgo di Alonte, sottosuolo ricco di calcare di origine marina. Qui non è certo facile essere paladini del metodo classico nella terra del Prosecco, specialmente oggi che hanno aperto la doc anche nella zona dei colli Berici. Abbiamo assaggiato il Brut Nature, base 70% Chardonnay e 30 % Garganega, affinamento lunghi 36 mesi per questa etichetta che è stata presentata a Vinitaly, l’assenza di zucchero aggiunto nella liquer d’expedition lascia percepire grande freschezza, ben bilanciata dalla naturale morbidezza della Garganega in una sintesi di perfetto equilibrio. Solo metodo classico con circa 40.000 bottiglie tutte destinate al mercato italiano.
Franciacorta Brut- La Fiòca
Una Franciacorta sempre sugli scudi, alla Sparkling Classic Summer decidiamo di assaggiare il Brut de La Fiòca. Non si tratta di un millesimo, ma di fatto è un assemblaggio di vini dell’annata 2014, affinamenti molto lunghi sui 36 mesi sui lieviti, non male per una cuvée di base, 7 g/litro di dosaggio, uvaggio 80% chardonnay e 20% pinot nero. Il nome della Fiòca deriva dal vigneto a forma di falce, un terreno dove è sorta l’azienda a Nigoline di Corte Franca negli anni 50, tramandata da figlio a nipote arrivando alla situazione attuale con una produzione di circa 45.000 bottiglie.
Trento Doc Mach Riserva del Fondatore- Fondazione Mach
Trento Doc che ci conferma una denominazione compatta e in crescita costante. Al banco d’assaggio dell’Istituto Trento Doc decidiamo di assaggiare una bollicina della Fondazione Mach. Un vino nella linea cosiddetta speciale della Fondazione, con una produzione di circa 13.000 bottiglie. Il Mach Riserva del Fondatore ha la particolarità di fare la fermentazione una parte in acciaio e una parte in barriques di rovere per 8 mesi. Sentori vanigliati, arricchiti dalla sosta di 44 mesi sui lieviti, uvaggio 70% Chardonnay 30 %Pinot Nero.
Calliope Brut Erbaluce di Caluso Docg- Cieck
In Piemonte la patria dei grandi rossi, non mancano le esperienze di spumantizzazione di qualità. Come nel caso dell’Erbaluce di Caluso, che ha trovato in Cieck il portabandiera della denominazione. Erbaluce in purezza, abbiamo assaggiato una riserva di 36 mesi, con il vino base che per circa il 40% fa una fermentazione in piccole botti di rovere. Da queste parti sono partiti a spumantizzare nel 1951, con l’entrata anche nel disciplinare del metodo classico nella Docg Erbaluce di Caluso con metodo classico si è dato ulteriore valore a una produzione molto interessante.