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La Funicolare di Capri, costruita nel 1907, collega in quattro minuti il porto di Marina Grande all’abitato di Capri, cui si accede attraversando la leggendaria Piazzetta. Il salotto del mondo, chiuso tra Municipio e Campanile, è il teatro da sogno per bere bene e trascorrere ore di ozio come si deve.
Il Bar Tiberio è una delle quattro insegne che con i loro tavolini affollano la Piazzetta, un luogo diventato ormai icona, insieme ai Faraglioni e alla Grotta Azzurra. Appena in cima a via Vittorio Emanuele II (un tempo definita strettola per le esigue dimensioni del tempo), il Tiberio è la porta ufficiosa per accedere a via Camerelle, il tempio dello shopping di ultralusso dell’isola. Fu ricavato dall’ossario della ex Cattedrale di Santo Stefano, ancora oggi attivissima nelle messe della domenica: “Esistono foto d’epoca di circa un secolo fa, che già ritraggono quello che poi è divenuto il nostro bar”, racconta Alessandro Pisenzio, che insieme al fratello Francesco è da tre anni il proprietario.
Il padre Luigi aveva rilevato il bar in società quarant’anni fa esatti, nel 1982: “Ci siamo impegnati, e nostro padre prima di noi, in un lavoro di rinnovamento e cura dei clienti abituali, che qui costituiscono uno zoccolo duro importantissimo”. La leggenda dei bar in Piazzetta si fa risalire alla prima metà degli anni Trenta, quando Raffaele Vuotto aprì il suo locale omonimo (lui stesso raccontava di aver iniziato con un carretto dei gelati), suonando la prima nota di una dolce vita che ha resistito a guerre e sconvolgimenti, e anche alla luce delle difficoltà odierne sembra addirittura ritrovare nuovo smalto: il 2022 ha visto un’estate record, stracciando i numeri del periodo pre-pandemia.
Dalla colazione al giro di cocktail dopocena, il Tiberio e la Piazzetta sono passerella per vedere e farsi vedere: sui vimini che fecero accomodare Eduardo De Filippo, Sartre, Jackie Kennedy e migliaia di altre stelle del mondo, le abitudini di consumo seguono le mode, ma qualcuna rimane solida: “La bollicina resiste al confronto con i cocktail da aperitivo, che pure stanno vivendo un momento di riscoperta. Anzi, il consumatore è ormai molto consapevole, conosce il proprio gusto specifico e lo cerca di conseguenza. Assistiamo a un aumento delle richieste per etichette di qualità, ricercate: lo spumante conferma di avere una marcia in più e i consumatori si affezionano a un certo prodotto, quando lo trovano”.
E al termine di questa stagione di successo, Contadi Castaldi si è confermato come nome tra i preferiti della (spesso) esigente clientela caprese, che ha visto finalmente tornare anche grossi afflussi dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente: “Contadi Castaldi Brut, Contadi Castaldi Blanc e Contadi Castaldi Rosé sono tra i nostri prodotti più serviti. Registriamo un maggior lavoro alla bottiglia, più che al bicchiere, a conferma di ritmi più rilassati e apprezzamento più duraturo”. Quale in assoluto è la variante Contadi Castaldi più richiesta? “Il Brut va per la maggiore: un Franciacorta più pulito, con acidità attenuata, più secco, e molto popolare tra i consumatori più esperti. Quest’anno abbiamo potuto definirla un’etichetta autoreferente, che ci ha permesso di raccogliere ulteriori amatori tornati più volte per provarne ancora”.
Italiani o stranieri, non sembra esserci alcuna differenza nella provenienza di chi beve Contadi Castaldi: “Abbiamo un consumo orizzontale, senza particolari distinzioni. Di certo lavoriamo molto in aperitivo, è la fascia d’orario più richiesta. E l’età di chi apprezza il brand va dai trent’anni circa in su, a dimostrazione di un consumo consapevole e già piuttosto maturo”. Peraltro, Contadi Castaldi sembra essere la soluzione perfetta per accontentare le inclinazioni diverse che si notano tra conterranei e visitatori: “Chi viene dall’estero è generalmente più disposto a evolversi, a provare novità. Riconosce l’italianità, l’apprezza, la ricerca. L’italiano è più abitudinario, si fida del territorio e non fa riferimento alla pubblicità, beve quello che conosce”. Essere in Piazzetta a Capri è già di per sé un bell’andare, e a quanto pare con un calice di Contadi Castaldi, ancora di più.
+ info www.contadicastali.it
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