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Basta sedere al bancone in zinco, originale della fine dell’800, per avere le idee chiare fin da subito. Enoteca Consani, sulla costa ligure che la Francia è a un passo, è un luogo vero, verace e pregno di carattere, alimentato dalla quinta generazione di una famiglia che ha saputo anche reinventare il proprio indirizzo di ospitalità.
Era un’enoteca, oggi è meglio definirla vineria. Più mescita e meno asporto, significa più tempo da trascorrere seduti a sbicchierare e ascoltare le storie delle sorelle Consani: Maria Virginia, Emilia e Giovanna, tutte nate nel cuore degli anni ’70 e pioniere del bere a Ventimiglia e dintorni. Sono loro ad aver rivoluzionato il consumo locale, sull’onda della passione per le bollicine, come racconta Giovanna: “Le abbiamo di fatto portate noi qui, nell’estremo ponente ligure. Una volta si beveva esclusivamente il pinottino, noi ci siamo impegnate per convincere gli ospiti a spendere magari qualcosina in più, ma assaggiare la qualità del Franciacorta, che adesso è la richiesta principale”.
Tale da aver convinto le Consani a varare il progetto della Bollicineria, una carta che parli solo della varietà, con il resto delle tipologie di vino disponibili solo al bancone del bar. “Abbiamo varietà da tutto il mondo, che abbracciano le tipologie più varie. Ma è innegabile i prodotti italiani siano quelli che prediligiamo, in proposte abbastanza specifiche. Contadi Castaldi Brut è il nostro punto di forza al calice, per quanto non manchino ospiti che chiedono e assaggiano il Satèn”.
E quando dice prediligiamo, Giovanna lo intende a tutto tondo: il rapporto con il prodotto, in Enoteca Consani, è vissuto in prima persona dagli osti. ” Siamo stato fortunate, perché ai nostri clienti è piaciuto quello che piaceva a noi: la bevuta che adesso proponiamo è la stessa con cui siamo cresciute noi e in qualche modo ci siamo formate a casa, anche perché è parte del messaggio che mandiamo. La bollicina è prima di tutto sinonimo di convivialità, di consumo non impegnativo, come appunto quello domestico“.
Ed è stato facile convincere la clientela? “È stato importante, e lo è sempre, spiegare all’ospite cosa ha davanti. Ogni prodotto ha dei punti di grossa forza, e al tempo stesso ostacoli a cui un palato non abituato deve far fronte. Il primo Franciacorta che abbiamo avuto era un Extra Brut molto particolare, che gli ospiti faticavano a comprendere; poi è stato soppiantato dai Brut, come Contadi Castaldi in primis. Negli anni anni siamo concentrate sulla divulgazione di nozioni come Brut, Satèn, millesimato e cose del genere. Non è stata una passeggiata, ci sono ancora delle mie riflessioni scritte nel menù…”. Che a questo punto non resta che andare a leggere.
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