Il quotidiano La Repubblica ha dedicato nel numero del 14 novembre scorso uno speciale alla crisi dell’olio di oliva con diversi interventi di giornalisti ed esperti. Il quotidiano romano segnala che la produzione olivicola è crollata del 37% rispetto al 2013, con punte del -45% in due regioni d’eccellenza come l’Umbria e la Toscana. Colpa del clima pazzo che, con un caldo eccessivo durante la fioritura e piogge abbondanti in estate, ha favorito la diffusione della mosca olearia, uno dei peggiori nemici dell’olivo. Un intero settore agricolo è finito in ginocchio, ma l’allarme è anche per i consumatori che si vedono costretti a fare i conti con prezzi alle stelle e il rischio crescente di truffe e sofisticazioni
“È l’anno nero dell’extra vergine d’oliva. Non se ne produce. Non se ne trova. Una tragedia per i coltivatori, un dramma per gli appassionati della bruschetta. Tutta colpa del clima pazzo e del concatenarsi di una serie di eventi negativi. A giugno l’unica vera ondata di calore ha provocato il disseccamento dei fiori compromettendo la produzione di frutti. Quelli sopravvissuti hanno poi dovuto combattere con alti tassi di umidità, piogge abbondanti, poco sole, condizioni ideali per malattie e attacchi parassitari. Come quello della famelica mosca. Che ha fatto strage. E come se non bastasse, a dare il colpo finale ad un settore che conta su 250 milioni di piante, garantisce impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di 2 miliardi di euro, sono arrivate le tempeste di grandine. Quella del 19 settembre ha cancellato le olive da larga parte degli alberi in Toscana, terra d’eccellenza, dove il crollo produttivo ha toccato picchi del 90%, in media tra -70 e -50%”.
In questo quadro Coldiretti lancia l’allarme sull’invasione di olio di oliva straniero, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2014. “Se il trend sarà mantenuto – ha detto il presidente dell’associazione, Roberto Moncalvo – l’arrivo in Italia di olio di oliva straniero raggiungerà nel 2014 il massimo storico con un valore pari al doppio di quello nazionale che registra un produzione attorno alle 300mila tonnellate. In altre parole due bottiglie su tre riempite in Italia conterranno olio di oliva straniero. Un consiglio: leggere bene l’etichetta, soprattutto nelle parti scritte con caratteri minuscoli”. In realtà il nostro Paese da tempo è un grande importatore di olio d’oliva.. Ma quest’anno i quantitativi saranno maggiori: 700mila tonnellate contro le 481mila del 2013. E persino la vicina Spagna, da sempre paese principe delle nostre importazioni di olio, è in sofferenza; a causa dell’andamento climatico negativo ha addirittura dimezzato i livelli di produzione rispetto al 2013.
Per accedere ai vari servizi dello speciale La Repubblica: inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/11/12/news/100353093-100353093/