Sperimento, mi emoziono, ricordo, lo racconto. È il viaggio del turista 4.0, i passi che l’esploratore moderno compie nella sua incessante ricerca esperienziale. Perché – oggi – non c’è escursione, vacanza o pellegrinaggio che non miri al contatto diretto ed attivo con la realtà circostante, non c’è ospite che si accontenti di essere un anonimo spettatore, non c’è visitatore che non desideri divenire parte integrante di quel “tutto” in cui è immerso.
Ma per disfarsi dei panni di testimone passivo e vestire quelli da protagonista occorre ben più che uno schiocco di dita. Serve passione, empatia, conoscenza e autorevolezza. Serve una figura dotata di queste qualità, un intermediario, una guida capace di tradurre e trasmettere le peculiarità di un territorio, la sua storia, la sua cultura, la sua identità; ma soprattutto i suoi odori, i suoi sapori e le sue consistenze. Per ogni viaggio che non sia solo un mero viaggio serve un Narratore del gusto.
Questi gli obiettivi del corso per l’abilitazione di Brand teller, un percorso interattivo volto alla formazione di nuovi professionisti della comunicazione innovativa, tenutosi nelle giornate del 19 e 20 febbraio presso lo spazio Bwt a Milano. Focus della due giorni di formazione: l’analisi sensoriale e la psicologia della percezione come strumenti di coinvolgimento di utenti e clienti.
Il seminario, grazie anche alla conduzione esperta del professor Luigi Odello, ha efficacemente dimostrato come l’interazione ludica e ricreativa abbia la capacità di convertire un semplice incontro in un’emozione palpabile. La lezione teorica, intervallata da numerosi test di degustazione, prove olfattive e ricostruzioni semantiche circa i prodotti più disparati – dal caffè, all’aceto balsamico, sino all’acqua – hanno permesso di far emergere l’importanza data dal superamento del confine che separa il “vedere” dal “fare”. Modalità, questa, che consente, di fatto, di ampliare e migliorare il punto di osservazione della realtà nella sua complessità e in ogni sua sfaccettatura.
Sarebbe impensabile affrontare le spedizioni percettive facendo a meno di quel che può essere considerato a tutti gli effetti il motore dell’azione: il gioco. È questo, infatti, ad avere l’abilità di stimolare nei partecipanti la riscoperta, l’identificazione e la memoria, sia esso inserito in un’attività solitaria o in un lavoro di squadra. Motivo per cui, i segmenti formativi improntati al diletto, allo svago e alla pura emotività positiva realizzati dal Centro Studi Assaggiatori per i Narratori del gusto ci insegnano che il rigore scientifico non esclude affatto – ma al contrario coesiste – con il puro piacere dei sensi. E chiunque, in fondo, ha le capacità per raccontarlo.
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